Tra oggi e domani sarà trattato conclusivamente il nostro disegno di legge che abbiamo presentato come iniziativa popolare in autunno 2013.

È un disegno di legge equilibrato che è stato votato a larghissima maggioranza da 114.884 cittadini e riproposto per la ben quarta volta all’attenzione del Consiglio provinciale con complessivamente 41.000 firme raccolte. Se la maggioranza politica è veramente interessata al rinnovamento della politica sarebbe ora una buona occasione per comprovarlo accettando il nostro disegno di legge.

Nei mesi passati la Commissione legislativa ha organizzato una serie di semplici audizioni senza precisi impegni sul tema della democrazia in generale e sulla democrazia diretta. Si è detto però che i risultati delle audizioni saranno utilizzato nell’elaborazione di un nuovo disegno di legge.

Queste audizioni volute dalla Commissione vanno rispettate per quello che sono, in particolare però è da onorare la disponibilità di collaborazione delle cittadine e dei cittadini. Una tale forma di partecipazione bensì molto semplice e modesta può essere un passo positivo. Per questo l’Iniziativa vi ha partecipato.

È però da temere che i vecchi poteri d’interesse abbiano tutt’ora man forte nel partito di maggioranza relativa. In tal caso si prospetterebbe il pericolo che le posizioni raccolte nelle audizioni a largo ventaglio e con la mancanza di un preciso vincolo giustificherebbero il rifiuto del nostro disegno di legge per utilizzarle a piacimento in un proprio disegno di legge propagandato proprio come un prodotto di un ampio processo partecipativo. Si abuserebbe in tal modo pesantemente delle audizioni come alibi per imporre ancora le vecchie posizioni politiche.

Per evitare questo pericolo è necessario che i due disegni di legge, cioè quello dell’iniziativa popolare e quello della Commissione legislativa vengano sottoposte insieme a un referendum consultivo.

Solo procedendo così in modo corretto e leale sotto le condizioni date può essere garantito che siano i cittadini a determinare l’esito di questo processo travagliato e che non siano nuovamente truffati da una legge frutto di un compromesso interno al partito di maggioranza relativa.

Bolzano, 3 marzo 2015
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L'attesa dei cittadini nei confronti del Consiglio provinciale
si presenta alquanto chiara e semplice

  • Nella votazione referendaria del 2009 l’ 83% (!) dei votanti (38,1,%) hanno votato a favore della proposta dell’Iniziativa per più democrazia per la regolamentazione della democrazia diretta. Solo per via di ca. 7.000 voti mancanti il disegno di legge non è entrato in vigore.
  • La risposta della SVP a questo voto è stata un proprio disegno di legge che ha deliberato in Consiglio con i soli propri voti e doveva sostituire la legge in vigore del 2005 anch’essa presentata dalla SVP. Con il quorum zero, il referendum su atti amministrativi, con la possibilità per il Consiglio di abbinare al voto su un’iniziativa popolare anche una controproposta e con l’opuscolo referendario ha accolto alcune richieste importanti dei cittadini. Ma la legge prevedeva anche delle soglie assurde con doppia raccolta di firme, ha tralasciato con il referendum confermativo la metà della democrazia diretta, ha escluso il voto referendario sui temi più importanti e aveva inclusa tutt’una serie di impedimenti per giungere al voto.
  • Per tale ragione due terzi dei votanti nel referendum 2014 hanno respinto tale legge.
  • Così il mandato da parte delle cittadine e dei cittadini al Consiglio provinciale è chiaro e semplice.
  • Nella nuova legge   

1.  dev’esserci il pilastro della Democrazia Diretta, il referendum confermativo. Con questo la popolazione può decidere se far entrare in vigore o no una nuova legge o una delibera di Giunta di interesse provinciale;

2.  Le consultazioni popolari non devono essere rese impossibili con un numero assurdamente alto di firme da raccogliere in due volte;

3.  Deve comprendere la possibilità di proporre iniziative legislative popolari prima di tutto sulle questioni di maggiore rilevanza come le leggi fondamentali quali sulle elezioni e sulla Democrazia Diretta, le tasse, i compensi dei politici;

4.  Deve dare la possibilità di realizzare il voto referendario anche solo per quella parte di popolazione provinciale effettivamente interessata da un provvedimento del Governo provinciale;

5.  Deve garantire una informazione istituzionale indipendente e sopra le parti.

6.  Nella nuova legge non ci devono più essere trappole che impediscano le consultazioni popolari o che ne manipolino i risultati.

Se l'attesa dei cittadini sarà stata rispettata o meno essi lo devono poter esprimere attraverso un referendum consultivo potendo scegliere tra il disegno di legge d’iniziativa popolare e quello della Commissione legislativa.

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