In base a conoscenze maturate in vent’anni di lavoro al di sopra d’ogni interesse partitico e insieme a esperti di fama internazionale, constatiamo che la legge su cui decideremo questa domenica impedirebbe di esercitare in futuro il diritto referendario. Inoltre circa 40 organizzazioni tra cui i sindacati maggiori, la Centrale dei consumatori, la Lega delle cooperative, la Legambiente ed altri – che sarebbero i primi fruitori degli strumenti di partecipazione – con la loro adesione al NO evidenziano che di questa legge non sanno che farsene.

La SVP promette, ancora una volta, ulteriori migliorie alla propria legge. Ma possiamo essere ben certi che se vincesse il SI non avremmo nessuna garanzia che gli strumenti sarebbero resi più accessibili. Semmai le migliorie saranno apportate solo nella forma e misura volute dalla SVP. Con l’abbassamento prospettato della soglia a 20.000 firme saremmo ancora al doppio del valore ammissibile per una buona legge – per non parlare di tutti gli altri impedimenti e limitazioni. Solo se la sua legge sarà respinta da una maggioranza di NO la dirigenza SVP sarà obbligata al dialogo, nel nuovo Consiglio provinciale, per arrivare a una larga maggioranza su migliori regole di democrazia diretta. A tal fine abbiamo ripresentato in Consiglio con 18.000 firme la legge migliore sulla democrazia diretta, la cui trattazione deve necessariamente concludersi entro l’anno.

Questo referendum rende ogni singolo cittadino direttamente responsabile per il futuro della democrazia in Alto Adige. Se vince il SÌ tutto rimarrà come prima; se vince il NO si potrà avere già quest’anno una regolamentazione che tutti possano accettare di buon grado.

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