Ora spetta alla popolazione decidere.

In più intendiamo ripresentare la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per far passare la nostra proposta sulla democrazia diretta come base della futura riforma.

 

58 promotori e promotrici, fra cui numerosi rappresentanti delle più di 30 organizzazioni aderenti, oggi nel Consiglio provinciale hanno depositato la richiesta di referendum contro la legge provinciale approvata dal Consiglio provinciale all'inizio di giugno 2013 con la sola maggioranza della SVP. Non solo l'intera opposizione ha respinto questa legge, mentre il partner di governo si è astenuto dal voto, non solo l'Iniziativa per più democrazia e tutte le organizzazioni aderenti e da tanti anni impegnate per un buon regolamento della partecipazione diretta si sono opposte, ma anche esperti riconosciuti a livello internazionale si sono espressi negativamente su questa legge voluta dalla sola SVP. La nuova legge, alla pari di quella vigente introdotta dalla SVP nel 2005, è destinata a non essere utilizzabile da parte dei cittadini.

Parallelamente al referendum (confermativo) il comitato dei promotori intende riproporre il suo disegno di legge sulla democrazia diretta in forma di proposta di legge di iniziativa popolare (pdlip) rivolta al Consiglio provinciale. Questo testo è già stato approvato nel primo referendum provinciale dalla stragrande maggioranza dei votanti, poi ulteriormente migliorata prevedendo ora anche votazioni referendarie su semplici proposte (cioè non solo su proposte di legge pienamente articolate) nonché la raccolta delle firme elettronica.

Un anno fa la dirigenza della SVP aveva rifiutato di offrire una votazione referendaria in cui l'elettorato avrebbe potuto scegliere fra due proposte di legge sul tavolo: quella sua e quella nostra. Ora, raccogliendo 8.000 firme fino alla metà di settembre possiamo raggiungere lo stesso scopo. Il nostro obiettivo è quello di bocciare la legge sulla democrazia diretta della SVP e nel contempo ripresentare al Consiglio provinciale neoeletto la nostra proposta di legge, che, ricordiamo, è già stata presentata due volte a questo Consiglio, ma sempre rimasta inosservata. Con questo abbinamento vogliamo far capire finalmente che è questa la proposta che meglio si presta per un buon regolamento dei diritti di partecipazione dei cittadini nella nostra provincia. Si tratta della proposta che dal 1995 in forma continuamente migliorata viene sottoposta per la quarta volta alla rappresentanza politica, firmata da sempre più cittadini, per la quale nel referendum del 2009 si sono già espressi 114.884 cittadini. La volontà popolare, pensiamo, è già ampiamente dimostrata.

Il percorso di questo impegno è stato lungo:

  • È iniziato con una pdlip nel 1995, accettato dal Consiglio regionale con tre voti "ribelli" del gruppo SVP; la legge poi è stata impugnata dal Governo, probabilmente su pressioni della stessa SVP.
  • Nel 2003 con un'altra pdlip, stavolta basata sullo Statuto di Autonomia riformato nel 2001 che ha attribuito al Consiglio provinciale la facoltà di disciplinare autonomamente il diritto elettorale e referendario. Ne è scaturita la Legge provinciale n.11/2005 "Proposte di legge di iniziativa popolare e referendum".
  • Nel 2007 sulla base di questa legge provinciale per la prima volta abbiamo lanciato un'iniziativa popolare (referendum propositivo). Con 26.000 firme abbiamo ottenuto il diritto di far decidere tutti i cittadini della nostra proposta sulla democrazia diretta.
  • 2009: nel referendum popolare 114.884 cittadini, quasi un terzo degli aventi diritto al voto, si sono espressi a favore della nostra proposta. Per soli 7.000 voti è stato però mancato il quorum di partecipazione del 40%, per cui il referendum è stato dichiarato non valido.
  • 2010: Con una nuova iniziativa popolare abbiamo voluto invitare il Consiglio provinciale di voler deliberare i miglioramenti più urgenti alla legge n.11/2005, rimasta in vigore, dopodiché era prevedibile che una nuova proposta targata SVP, elaborata dal consigliere Schuler non avrebbe prodotto una riforma accettabile. Per la prima volta tale nostra iniziativa popolare in base ad un'interpretazione restrittiva dello Statuto di autonomia da parte di una Commissione è stata giudicata non ammissibile.
  • Nel 2011 siamo quindi tornati a riproporre con 12.600 firme la nostra proposta di legge come pdlip, migliorata in alcuni punti rispetto il testo portato al referendum provinciale del 2009 (tutela delle minoranze in questioni etnicamente sensibili, comitato indipendente per il quaderno di votazione ecc.)
  • Nel 2012 abbiamo rivendicato che sia l'elettorato a poter scegliere nell'ambito di un referendum tra la nostra proposta e quella della SVP. Questa proposta è stata cestinata,  come pure la stessa proposta di legge.
  • Il 6 giugno 2013 il gruppo SVP con i suoi 18 voti da solo ha approvato la sua proposta sulla democrazia diretta.

Benché con questa legge sia caduto il quorum di partecipazione e si abbia introdotto la votazione su atti della Giunta provinciale, ci sono tutta una serie di ostacoli come

  • la doppia raccolta di firme per arrivare al referendum popolare;
  • il quadruplamento del numero totale di firme richieste per poter indire un referendum;
  • la mancanza di uno strumento centrale di ogni sistema di partecipazione diretta, cioè del referendum confermativo e di altri strumenti referendaria;
  • A commissioni e politici è attribuita la facoltà arbitraria di impedire votazioni referendarie;
  • con la votazione su alternative paralleli (controproposte della maggioranza del Consiglio) senza apposito regolamento della procedura ogni iniziativa popolare può essere fatta fallire.

Si tratta di una legge tesa ad impedire iniziative e votazioni popolari. Soprattutto questa legge esclude espressamente che possa essere la popolazione a legiferare sulle leggi di governo nella nostra democrazia.

Tutto ciò non possiamo accettare e lo abbiamo detto e ripetuto dall'inizio del 2010 anche in contatti diretti con la SVP. Ci è stato detto che di più non si poteva fare e che nell'era post-Durnwalder si poteva tornare a discuterne. Ora però con questa legge i cittadini verrebbero definitivamente esclusi dalla possibilità di portare le loro proposte sulla forma di governo alla votazione popolare. Ciò comporta che ci troviamo alla mercé dei rappresentanti politici e rischiamo di non essere presi sul serio. Questa situazione è assai pericolosa per la nostra democrazia.

È questo uno dei motivi principali per cui ricorriamo al referendum contro questa legge della SVP. Per fortuna questo tipo di referendum ci viene offerto da una legge provinciale a parte, che viene imposta dallo Statuto di Autonomia, come voluto dal Parlamento.

Gli aspetti più importanti sullo strumento del cosiddetto "referendum confermativo/ abrogativo" al quale ora ricorriamo:

  • È stato introdotto con Legge provinciale n.10/2002 in base al dettato dello Statuto di autonoma. In provincia di Bolzano ora sarà applicato per la prima volta, mentre a livello statale è stato adoperato per due volte (nel 2001 e nel 2006) in materia di modifiche costituzionali approvate dal Parlamento.
  • Come a livello statale, dove è previsto per modifiche della Costituzione, nell'art. 47 dello Statuto di Autonomia è previsto per le leggi di governo, cioè le leggi che regolano la democrazia provinciale.
  • Queste leggi dopo la loro approvazione nel Consiglio provinciale e la loro promulgazione per tre mesi non entrano in vigore;
  • Qualora entro tre mesi (nel caso della loro approvazione con maggioranza assoluta semplice) sette consiglieri oppure 1/50 degli aventi diritto al voto in provincia (circa 8.000 entro metà settembre nel nostro caso) richiedessero il referendum, la legge entrerà in vigore solo se approvato dalla maggioranza dei votanti in un referendum. Non c'è quorum di partecipazione!
  • La votazione va svolta entro sette mesi dall'approvazione della stessa legge, quindi nel nostro caso probabilmente nel gennaio 2014.


Contemporaneamente torniamo a proporre alla firma la nostra proposta di legge, accettata dall' 83% dei votanti del referendum provinciale del 2009, confermando il motto:

NO ad una legge inaccettabile della SVP, avvalendoci del referendum
SI ad una legge proposta dai cittadini sulla democrazia diretta, avvalendoci della proposta di legge di iniziativa popolare

Siamo convinti che con pieno diritto possiamo definire questa proposta di legge quella voluta dai cittadini. Con ogni proposta di legge popolare raccogliamo più firme, quasi un terzo degli aventi diritto al voto lo ha già votato all'urna referendaria. La proposta di legge è stata continuamente perfezionata, ultimamente inserendo la possibilità di svolgere votazioni referendarie anche su semplici proposte generiche, la raccolta delle firme elettronica e l'incarico alla Giunta provinciale di dare l'incarico per un parer per verificare la possibilità dell'introduzione della votazione elettronica.

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