Questa mattina si sono ritrovati in occasione della prima sessione di giugno del Consiglio provinciale davanti al Palazzo del Consiglio attivisti dell'Iniziativa per più democrazia e rappresentanti delle organizzazioni sostenitrici per protestare contro il modo di procedere e il comportamento del gruppo consiliare della SVP riguardo alla riforma della legge sulla democrazia diretta.
 
La protesta si rivolge contro il gruppo consiliare SVP il quale non prosegue la trattazione di quanto è rimasto dopo che esso ha fatto piazza pulita, cioè del proprio disegno di legge, e impedisce in questo modo che si arrivi finalmente al referendum contro questa legge.


 
La protesta si rivolge ovviamente contro il disegno di legge stesso della SVP in quanto esso si presenta come vera e propria trappola per i cittadini. Se dovesse entrare in vigore le cittadine e i cittadini si vedrebbero ancora più di quanto non lo siano già ora intrappolati in uno stato di sudditanza e impotenza nei confronti della rappresentanza politica.
 
Il buon messaggio per i cittadini è che non sono costretti a farsi intrappolare. Essi hanno in questo caso per fortuna con il referendum confermativo un potere forte per non far entrare in vigore questa legge. Ciò è possibile grazie al Parlamento italiano che ha passato la competenza alla Provincia di legiferare sulla forma di governo (la legge elettorale e quella sulla democrazia diretta) riservando però ai cittadini uno strumento forte ed effettivo di controllo, il referendum confermativo appunto previsto nello Statuto di Autonomia, ben accessibile e da utilizzare senza quorum. Il proseguimento della trattazione in Consiglio provinciale del disegno di legge della SVP sulla democrazia diretta non è previsto neanche nella sessione di giugno. Eppure già in aprile le altre tre proposte per una nuova regolamentazione della democrazia diretta - compresa la nostra iniziativa popolare - sono state respinte coi soli voti della SVP, liberando così la strada per trattare esclusivamente il disegno di legge della SVP. 
Dopo il referendum del 2009 la SVP ha promesso una nuova legge sulla democrazia diretta –- si sarebbe forse detto, per soddisfare la volontà popolare emersa dalle urne.
Dall’inizio del 2011 c'è un disegno di legge della SVP, che però non rispetta minimamente la volontà popolare: prevede infatti una regolamentazione talmente restrittiva da impedire in futuro ogni altro referendum. 
L'estate scorsa noi avevamo proposto che il Consiglio provinciale, per orientarsi nel trattamento dei quattro disegni di legge, indicesse un referendum consultivo sul nostro disegno e su quello della SVP: così i cittadini avrebbero potuto esprimere la propria preferenza. Poi, a inizio di quest'anno, l'Obmann della SVP ha sbandierato ai quattro venti che il suo partito voleva far decidere il popolo sulle due leggi più importanti, quelle sulla democrazia (legge elettorale e sulla democrazia diretta): naturalmente su quelle che la SVP approverà in Consiglio provinciale con la maggioranza assoluta di cui dispone.  
È stato negato il referendum su più proposte, e le altre tre proposte sono state bocciate in aula coi soli voti della SVP, per poter far passare la propria. È chiaro a tutti che il referendum non è una prerogativa della SVP, una possibilità da concedere per votare sulla sua proposta: in primo luogo sono i cittadini e cittadine - e anche i partiti d'opposizione - che hanno diritto a ricorrere al referendum contro quella proposta. E così la SVP non la porta più avanti, impedendo a cittadini e cittadine di dire su di essa l’'ultima parola col referendum confermativo, previsto dalla statuto d’autonomia proprio per simili iniziative di un singolo gruppo.

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