Il coronavirus - o non era piuttosto la politica, con la quale è stato reagito a esso e che senza dubbio sarebbe potuta essere differente - ha scatenato una crisi immane: mai prima d'ora sono stati limitati tanti diritti fondamentali in così poco tempo; mai prima d'ora si è reso talmente evidente, di quanto i sistemi sanitari qui da noi e in altre parti del mondo siano in grado di rendere, poche volte in passato l'insicurezza nel prendere e giustificare decisioni politiche è stata avvertibile quanto in queste ultime settimane. Allo stesso tempo le cittadine e i cittadini convengono ad attuare una condotta solidale a favore dei più deboli e condividono le misure decretate.

Permane tuttavia la giustificata preoccupazione che lo stato di emergenza possa divenire normalità; in tutta fretta potrebbero essere prese decisioni scarsamente motivate e non più comprensibili. La reciproca solidarietà delle cittadine e dei cittadini si basa sulla fiducia nella politica. Essa non deve essere messa in gioco.

Non dimentichiamoci di quello che dissero i grandi medici, virologi, batteriologi, medici sociali e ambientalistici Pasteur, Virchow, Pettenkofer e Koch: "Il virus non è niente, l'ospite, l'essere umano, è tutto". Quello che noi e quello che la politica fa della presenza del virus, è decisivo: fronteggiarlo con timore e con pubblica intimidazione, oppure con fiducia nelle nostre proprie forze; con costrizione o con autoresponsabilità!


Riportiamo qui di seguito la traduzione dell'importante e preziosa comunicazione della nostra organizzazione sorella della Germania Mehr Demokratie e.V. e la ringraziamo:

 

TUTELIAMO LA DEMOCRAZIA NELLA POLITICA CONTRO IL VIRUS

1. I parlamenti sono legittimati a decidere. E così deve rimanere!
Anche in tempi di crisi la legislazione e il controllo parlamentare del governo devono rimanere nel Bundestag e nei parlamenti dei Länder. Non è necessario un parlamento di emergenza. Le decisioni riguardanti i diritti fondamentali possono essere prese solo dal parlamento. È da analizzare criticamente il fatto che diritti fondamentali vengano limitati in numero e intensità considerevoli per mezzo di ordinamenti ministeriali.

L'elaborazione di una "strategia di ripresa" e la rispettiva messa in atto offre l'occasione di esaminare con maggior cura, in che proporzione le misure prese rientrino rispetto alla reale necessità. Questo significa: quando dei diritti fondamentali vengono limitati per mezzo di un ordinamento, sarebbe opportuno esaminare se non esiste un mezzo meno drastico, che offra la stessa protezione della salute. Qui deve dimostrarsi che lo stato di diritto funziona riguardo alla tutela del diritto fondamentale.

2. Fissare le scadenze per gli ordinamenti e le leggi

Ogni provvedimento - anche se di poco conto a prima vista - deve avere una scadenza. E ogni proroga deve essere nuovamente discussa e non può semplicemente essere fatta passare alla chetichella. Anche una legge eccezionale più volte prorogata non può essere introdotta nella legislazione corrente.

3. Condurre pubblicamente la discussione parlamentare
Gli attuali provvedimenti sono drastici; devono essere discussi pubblicamente. Soprattutto adesso il  principio del dominio pubblico deve essere mantenuto nel caso delle decisioni parlamentari. Se parlamento e governo si muovono a vista, le cittadine e i cittadini vogliono poterli vedere.

4. Assegnare organi consultivi a vasta scala

La consultazione della politica deve avvenire in modo interdisciplinare. La pandemia è in primo luogo un problema medico-infermieristico. Però non solo questo. Il coinvolgimento delle scienze sociali, dell'etica, dell'economia, delle scienze del diritto e politiche, è indispensabile. Inoltre bisogna considerare gli "effetti collaterali" della crisi corona: l'isolamento sociale, angoscia e depressioni, l'aumento della violenza domestica, la perdita della cura e le limitazioni dell'approvvigionamento sanitario, le conseguenze economiche ed esistenziali.

5. Coinvolgere la cittadinanza
È giusto integrare pure la competenza delle cittadine e dei cittadini mediante un'assemblea dei cittadini composta in modo rappresentativo.

6. Garantire la trasparenza
È arrivato il momento di garantire lo standard della libertà d'informazione: piani strategici, scenari, perizie, modellizzazioni da parte di ministeri e istituti, automaticamente  devono essere pubblicati. Devono altresì avvenire in modo trasparente la nomina dei comitati anticrisi e la loro composizione.

7. Le risoluzioni e le rispettive basi devono essere condivisibili
Le risoluzioni devono essere condivisibili e possibilmente evidenziabili: le decisioni politiche devono avvenire su una base empirica e scientifica. Laddove la politica non abbia la possibilità di ricorrere in modo esauriente ai dati necessari, essa dovrebbe provvedere all'integrazione delle basi di dati (p. es. per mezzo di uno studio baseline). Oltre a ciò dovrebbe essere mostrato tutto lo spettro di interpretazioni dei dati in modo che vengano ascoltate anche le opinioni contrarie, se plausibili. È così che si otterrà un aumento della fiducia, piuttosto che lasciarsi sottomettere a ignorare dei dati. Deve essere evidenziabile, cosa precisamente debba essere raggiunto e con quali provvedimenti.

8. Salvaguardare il diritto di libertà di riunione e di manifestazione
La vita pubblica è quasi completamente paralizzata. Di conseguenza, le possibilità di partecipazione democratica e il diritto di manifestazione sono fortemente limitati. La democrazia e la società civile non devono subire un danno irreparabile a causa del coronavirus. Già da molto tempo la società civile sta esercitandosi ad articolarsi digitalmente. Tuttavia questo non può sostituire la possibilità di esprimere la propria opinione in luogo pubblico. I Länder della Federazione dovrebbero permettere adunate e manifestazioni se, per mezzo di adeguate misure di protezione, il rischio di infezione può essere limitato come nel caso delle disposizioni in atto per l'ambiente pubblico. È auspicabile che la  politica non si occupi proprio ora di temi per i quali si presume che entro la società civile ci sia un grande bisogno di discussione, dato che attualmente non è quasi possibile avviare iniziative popolari. Altrimenti l'effetto consisterebbe in una considerevole perdita di fiducia nelle misure protettive.

9. Non impedire l'esercizio del culto religioso
Quello che è giusto per il diritto di manifestazione, vale anche per le funzioni religiose e per le preghiere. Le chiese, le moschee e le sinagoghe dispongono di ambienti adatti che permettono di osservare le regole di distanza anche in modo maggiore rispetto ai grandi mercati. In questo caso sono le amministrazioni locali che devono vagliare il criterio dell'evento e del luogo. Quanto detto, vale pure per la sepoltura e per l'addio alla persona cara morente.

10. Rispettare la protezione dei dati
Al fine di arginare le infezioni, si sta parlando di cosiddette tracking-apps e di altre soluzioni tecniche. Se il legislatore ritiene necessario e utile l'analisi dei dati di movimento, dovrebbe creare un'adeguata base legale. Dette applicazioni devono orientarsi ai principi della libera volontà, dei diritti della personalità, della protezione dei dati e della parsimonia nel rilevamento dei dati.

11. Solidarietà globale
La disuguaglianza globale appare evidente proprio durante questa crisi corona: sono i più deboli che ne soffrono maggiormente le conseguenze. Ora la comunità internazionale deve aiutare. Il coronavirus ci insegna: facciamo parte di un'unica famiglia globale.

12. Evaluare la gestione della crisi
Immediatamente dopo la fine della crisi, la relativa gestione della politica e dell'amministrazione nei vari livelli politici deve essere evaluata, traendo per il futuro  un insegnamento da quanto avvenuto recentemente. A questo proposito sarebbe opportuno includere la cittadinanza, rappresentandola da un'assemblea dei cittadini scelti con campionamento casuale."

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L'Iniziativa per più democrazia non è rimasta inattiva in questo periodo. È stata presente nel giornale online salto.bz con l'articolo "Mündige Bürger" (cittadini maggiorenni); essa osserva e analizza il modo in cui si sta attivando la politica al potere durante l'estrema situazione attuale. Si è inoltre rivolta con una lettera personale direttamente al presidente della Giunta provinciale e a tutti i sindaci della provincia. Nella lettera si legge tra l'altro:

"Chi ora si sta impegnando in modo così estremo per la salute dei cittadini e prende provvedimenti talmente pesanti da interdire diversi diritti fondamentali e chi trova per tutto ciò le ragioni in quello che dicono scienziati deve garantire,

  • che dopo che abbiamo finalmente potuto assaporare in città che cosa sia aria pulita, il traffico motorizzato individuale venga limitato al livello ora esistente (anche in Alto Adige muoiono prematuramente centinaia di persone per via dell'inquinamento atmosferico);

  • che la prevista rete 5G che è fortemente sospetta di creare danni alla salute non venga realizzata se non sia prima comprovata la sua totale innocuità,

  • che l'impiego di veleni nell'agricoltura venga interdetta al più presto possibile,

  • che tutto, ma veramente tutto venga intrapreso, e da ciò siamo lontani in modo non immaginabile, per realizzare forme di benessere che si basa su uno stile di vita e di lavoro con il quale non si continua a surriscaldare il clima terrestre.

Se questo compito viene avvertito effettivamente come troppo impegnativo e difficile per pochi decisori, se si presenta ragionevole realizzare un cambiamento talmente profondo nelle nostre condizioni di vita, se siamo convinti che questo cambiamento si debba realizzare profondamente in ognuno di noi, allora si dovrebbe finalmente mettere in atto la consapevolezza che questo compito lo possiamo e lo dobbiamo assumere solo noi tutti insieme e che avrà solo una prospettiva di risoluzione:

  • con una democrazia parlamentare nella quale tutti e veramente tutti i rappresentanti politici e senza questa dissennata scissione in maggioranza e minoranza, con il comune obiettivo del bene collettivo, collaborano. Questo deve essere realizzabile in ugual modo come lo riescono a praticare assemblee dei cittadini composti da cittadini estratti a sorte che rispec­chiano la multiformità della società e nelle quali collaborano persone di una diversità di gran lunga maggiore di quanto non la si riscontra all'interno dell'Assemblea parlamentare e che nonostante ciò riescono a trovare posizioni che vengono condivise da tutti i suoi membri;

  • con una rappresentanza politica che ha scorto il valore della collaborazione con la società civile e che è perciò pronta a farsi controllare con lo strumento del referendum confermativo e farsi stimolare da iniziative portate avanti da cittadine e cittadini e sottoposte al loro stesso giudizio;

  • con appunto le Assemblee dei cittadini estratti a sorte che fungono come un elemento di congiunzione tra la rappresentanza politica e la società civile, una interfaccia sulla quale si evidenzia nel presente quant'è possibile per la società se le persone si confrontano con impegno in forma di dialogo e senza preconcetti e sulla base di tutte le conoscenze disponibili su una precisa domanda.

Solo attraverso una democrazia finalmente completata e integrale sarà realizzabile questo incarico impegnativo di non immaginabile dimensione storica per tutta l'umanità. I singoli elementi per riuscire in ciò ci sono tutti. Dipende esclusivamente dalla nostra volontà comune che si manifesterà nella nostra capacità di comunicare e di accordarci."


È una meta che l'Iniziativa continua a seguire per far fronte a questo immenso incarico. Non in questa primavera, però nell' autunno a venire partiranno le due iniziative popolari già preparate il cui obiettivo è agevolare il sostegno di iniziative di democrazia diretta e introdurre l'assemblea dei cittadini estratti a sorti.

Questa iniziativa politica non può ovviamente avere luogo da sola, ma solo con Voi, appoggiandola!

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