IL MANIFESTO DELLA DEMOCRAZIA DI DOBBIACO 2023

IL MANIFESTO DELLA DEMOCRAZIA DI DOBBIACO

LA DEMOCRAZIA CHE VOGLIAMO!

Vogliamo vivere bene oggi – e in futuro. Per questo abbiamo bisogno della democrazia.

Una democrazia con la quale possiamo lavorare tutti insieme per garantire un buon clima tra di noi e nella natura. Se la democrazia rimane quella esistente e incompleta, allora c’è il rischio di involuzioni autoritarie.

Vogliamo una democrazia in cui la varietà della natura e le differenze fra le persone siano tra i valori più alti. Solo nella diversità e nella differenza possiamo trovare un percorso comune per una buona vita per tutte le persone e per tutto ciò che vive in questo mondo. La democrazia esistente invece serve gli interessi di pochi e impoverisce le persone e la natura.

Non vogliamo una democrazia in cui una minoranza domini una maggioranza oppure una maggioranza domini una minoranza. La moltitudine di minoranze che siamo e alle quali apparteniamo dovrebbero avere l’opportunità e imparare a coordinarsi continuamente tra loro, come i musicisti in un'orchestra che accordano i loro strumenti l'uno con l'altro. Questa non è un'utopia! Le assemblee cittadine sorteggiate mostrano su piccola scala ciò a cui la società dovrebbe aspirare su larga scala. Vogliamo una democrazia che non rinunci mai a includere le persone. La democrazia esistente invece esclude molte persone.

Vogliamo una democrazia in cui i cittadini hanno la prima e l’ultima parola. Essi devono poter contribuire con idee e suggerimenti e correggere le politiche in qualsiasi momento. Solo così e solo con una vera democrazia diretta i cittadini saranno sovrani. La strada giusta la possiamo trovare solo insieme e con il consenso di tutti e per tutti.

Vogliamo una democrazia della concordanza invece che una democrazia della competizione e del conflitto perenne. Vogliamo che si lavori sulle questioni concrete e non solo per mantenere il proprio potere. Solo così il clima naturale potrà tornare ad essere buono per noi. Lo squilibrio sociale crea squilibrio ecologico e viceversa. Sperimentiamo che l’ingiustizia e la disuguaglianza tra le persone come motore del progresso sono un passo nel vuoto.

Le persone portano in sé l’idea della democrazia. Ne sono state defraudate più e più volte per garantire il dominio di pochi. Siamo ormai arrivati a un punto in cui la democrazia nella sua forma più pura sta diventando visibile. La decisione tra democrazia reale e democrazia falsa sta giungendo al culmine.

Parte della dignità umana è che tutti partecipino equamente alla causa comune e possano esercitare concretamente e praticamente la propria sovranità. Ci riferiamo al PREAMBOLO della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e al suo articolo 21:

"Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo, ... ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti“.

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La partecipazione politica deve avvenire in quattro modi contemporaneamente: quello indiretto attraverso la rappresentanza parlamentare eletta democraticamente, quello attraverso le forme di democrazia diretta, quello partecipativo e quello digitale-consultivo.

(I) La maggioranza delle decisioni dovrà sempre essere presa dai rappresentanti eletti. Ciò non significa che la democrazia parlamentare sia di rango superiore: la responsabilità deve essere di tutti. È però necessario un particolare controllo e la sua effettiva integrazione con la demo­crazia diretta. Le sue regole devono essere condivise dalla maggioranza degli elettori. Pertanto, tutte le leggi che regolano la democrazia devono essere create e approvate su iniziativa dei cittadini oppure, se decise dagli eletti, devono essere sottoposte a referendum obbligatorio.

Le regole elettorali devono consentire l’elezione dei candidati anche grazie ad una votazione trasversale al di là delle liste e dell’affiliazione partitica. Ciò include la nomina dei candidati da parte dei cittadini stessi. Ciò che è necessario è l'esercizio del mandato secondo libera scienza e coscien­za, senza alcun privilegio, con un limite rigoroso del mandato e una separazione rigorosa e coerente dei poteri. Occorre trovare un procedimento per stabilire la remunerazione degli eletti che non tras­formi il mandato in un self-service. I governi devono rappresentare un’ampia percentuale di cittadini ed essere indipendenti dalle maggioranze parlamentari. Le elezioni devono essere rese accessibili a tutti attraverso il voto per corrispondenza con informazioni sulle modalità di voto e informazioni equilibrate sui partiti e sui candidati.

(II) Con regole di democrazia diretta facilmente applicabili ed efficaci, le decisioni degli eletti - grazie al referendum - devono poter essere facilmente ed efficacemente controllate dai cittadini in qualsiasi momento e, se necessario, revocate. Grazie all’iniziativa legislativa popolare i cittadini devono inoltre poter decidere da soli e in ogni momento, secondo regole da loro stessi determinate, a qualsiasi livello e secondo la propria responsabilità, su tutte le questioni sulle quali di solito decide la rappresentanza eletta. I cittadini e i rappresentanti politici hanno lo stesso potere decisionale: i refe­rendum si realizzano con lo stesso livello di sostegno di un mandato e, come le elezioni, non hanno un quorum.

(III) Occorrono procedure partecipative che accompagnino i percorsi della democrazia parlamentare e diretta. Tali procedure devono offrire i luoghi e i tempi in cui è possibile rendere chiare le questioni concrete in tutta la loro efficacia e rilevanza, ed esplorarle nella profondità del loro significato. I cittadini sono motivati a partecipare da una propria preoccupazione o dalla responsabil­ità derivante dall'essere stati scelti casualmente per lavorare su un problema e sviluppare proposte di soluzione che valgano poi per l'intera comunità. Queste devono poter essere decise poi grazie a strumenti di democrazia diretta ben regolati oppure attraverso il parlamento.

(IV) Le piattaforme digitali online rendono possibile un’ampia consultazione dei cittadini. Grazie ad esse i progetti politici vengono avviati ed esaminati, i bisogni politici diventano chiari e i cittadini possono utilizzarli per ottenere informazioni, comunicare e votare, ma senza prendere decisioni politiche. Le piattaforme digitali online possono essere utilizzate per organizzare proposte dei cittadini, dibattiti, bilanci partecipativi, processi collaborativi di elaborazione legislativa, interviste, sondaggi, votazioni e molto altro nel più breve tempo possibile.

Se questi percorsi vengono intrapresi insieme, allora è necessaria la collaborazione di tutti. Così posizioni diverse si integrano e non si escludono a vicenda.

Il cuore della democrazia è lo spazio del discorso pubblico. Lì deve circolare un'informazione trasparente e deve essere promosso lo scambio aperto di opinioni in varie forme. Al suo interno le persone si vivono come il polso della democrazia e l'accordarsi reciprocamente è una cosa ovvia e necessaria. Così questo spazio pubblico, vivo e respirabile di scambio e coordinamento riprende vita. È liberato dalla morsa degli interessi di pochi a scapito dei bisogni di molti. Soprattutto, ciò può impedire agli interessi di pochi il continuo sfruttamento della natura, dai cui cicli vitali e dal cui equilibrio dipendiamo tutti incondizionatamente.

Potremmo vivere così bene, se decidessimo tutti insieme cosa vogliamo
e di cosa abbiamo bisogno.

II. Proposta di legge di iniziativa popolare - ex referendum consultivo

Per un utilizzo più semplice degli strumenti democrazia diretta

RICHIESTA DI PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE.  Continuiamo a perseguire con questa richiesta quanto abbiamo presentato già nel settembre 2020 come richiesta di referendum propositivo e nel marzo scorso come referendum consultivo. Entrambe le richieste sono state dichiarate inammissibili da parte della Commissione della Giunta provinciale, l'ultima in data 29 aprile 2022. La proposta di legge di iniziativa popolare non viene sottoposta al voto referendario ma deve essere trattata dal Consiglio provinciale entro un anno dopo la dichiarazione di validità in base alla presentazione del numero di firme richieste.

La RICHIESTA DI PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE è stata presentata in Consiglio provinciale in data 16 giugno 2022 avente per oggetto

“Modifica della legge prov. 22 del 3/12/2018 'Democrazia diretta, partecipazione e formazione politica': Agevolazione della raccolta firme con l'abbassamento e la differenziazione del numero di firme da raccogliere per i singoli strumenti di democrazia diretta, con la certificazione delle firme da nuovi soggetti e con l'introduzione della raccolta firme online.

 
 
 

i documenti

Il disegno di legge 69/2020 e i suoi infausti passaggi legislativi

Disegno di legge provinciale 69/2020 presentato da Josef Noggler – testo di legge originale (http://www2.landtag-bz.org/documenti_pdf/idap_620428.pdf)

Vedi art. 10: Svolgimento del referendum confermativo su leggi provinciali 1. L’articolo 12 della legge provinciale 3 dicembre 2018, n. 22, e successive modifiche è abrogato.

Vedi art. 17 “Art. 17 Consiglio delle cittadine e dei cittadini 1. L’ufficio per la formazione politica e la partecipazione istituisce a tempo determinato, con delibera dell’ufficio di presidenza approvata all'unani-mità, un Consiglio delle cittadine e dei cittadini con il compito di esaminare una questione specificad’interesse collettivo.

Relazione sul disegno di legge (http://www2.landtag-bz.org/documenti_pdf/idap_620429.pdf)

 

Che cosa caratterizza e rende prezioso il referendum

 

I precendenti: la storia del 2019 si sta ripetendo. Vedi la nostra risposta di allora.

I. Proposta di legge di iniziativa popolare ex referendum consultivo

Le cittadine e i cittadini determinano la loro democrazia

RICHIESTA DI PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE.  Continuiamo a perseguire con questa richiesta quanto abbiamo presentato già nel marzo scorso come referendum consultivo. La richiesta è stata dichiarata inammissibile da parte della Commissione della Giunta provinciale in data 29 aprile 2022. La proposta di legge di iniziativa popolare non viene sottoposta al voto referendario ma deve essere trattata dal Consiglio provinciale entro un anno dopo la dichiarazione di validità in base alla presentazione del numero di firme richieste.

La RICHIESTA DI PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE è stata presentata in Consiglio provinciale in data 16 giugno 2022 avente per oggetto

“Modifica della legge prov. 22 del 3/12/2018 'Democrazia diretta, partecipazione e formazione politica': Le cittadine e i cittadini determinano la loro democrazia – ammissibilità esplicita di votazioni referendarie propositivi e abrogativi su questioni riguardanti la forma di governo secondo l’art. 47 dello Statuto di autonomia e nuova composizione della Commissione per i procedimenti referendari.

L'inizio della raccolta firme è previsto per luglio.
 
 
 
 

Perché ora, ci si domanda

Può esserci una sola spiegazione, e questa ci lascia sgomenti.

In questo autunno passato la SVP ha potuto fare due esperienze:

  1. L'esperienza che la commissione per l'accertamento dell'ammissibilità delle votazioni popolari presentate ne ha respinte due: l'iniziativa di sostegno e l'iniziativa per l'introduzione del Consiglio dei cittadini, che avrebbero migliorato e ampliato i diritti di condeterminazione, e
  2. l'esperienza che alle condizioni causate dalla pandemia la raccolta firme appare impossibile.

La SVP non ha presentato nessuna spiegazione e motivazione che l'abbia spinta a fare questo passo. Al rimprovero fattale durante il dibattito di bilancio, non ha nemmeno reagito. Si presume che, quando esiste una buona spiegazione e motivazione che giustifichi un modo di operare criticato, esse vengano contrapposte. In mancanza di esse esisteranno lo stesso dei motivi, che però non vogliono essere pronunciati. Pare incredibile, ma queste esperienze, che la SVP pensava avere potuto fare, saranno state la ragione per la suddetta giravolta. Le condizioni favorevoli si sono fatte evidenti in ottobre/novembre e alla fine di novembre il disegno di legge per la modifica della legge della democrazia diretta è stato presentato dal presidente del Consiglio provinciale: "Adesso è possibile, ora non possono difendersi". È il colmo dell'infamia. Non solo questo partito non riesce a rendersi conto dell'assoluta necessità di collaborazione tra i vari partiti e con la società civile di fronte al drammatico evolversi dell'attuale critica situazione. Al contrario: cerca di sfruttarla al fine di poter fare il bello e cattivo tempo senza il diretto controllo da parte della società civile.

Un mandatario politico può essere favorevole o contrario agli strumenti di democrazia diretta. Tuttavia, indipendentemente da questo, quelli vigenti devono essere garantiti nella loro applicabilità come diritti acquisiti. Ovviamente possono anche essere intraprese iniziative con l'obiettivo di limitare o abrogare detti strumenti in un processo aperto e trasparente. Questo, però, secondo regole sancite per legge. Cogliere l'occasione di sfruttare condizioni aggravanti per l'applicazione di queste regole da parte delle cittadine e dei cittadini a difesa dei loro diritti, è un'impresa ignobile, dato che si teme e si vuole eludere la volontà maggioritaria della popolazione.

continua a leggere: Il valore del referendum

 

Referendum SALVA il Referendum

IL REFERENDUM É STATO CONFERMATO DAL POPOLO.

IL REFERENDUM NON SI TOCCA!

SALVA IL REFERENDUM

NO ALLA LEGGE SVP - LEGA SALVINI

 

 

NON LASCIAMOCI TOGLIERE IL REFERENDUM!

 

IL REFERENDUM NON SI TOCCA!

 

Con il referendum (confermativo) possono decidere i cittadini stessi se una legge debba entrare in vigore o meno. Esso garantisce che debba valere solo quanto viene condiviso da una maggioranza della popolazione. Soltanto con esso noi cittadine e cittadini siamo effettivamente sovrani!

Questo strumento - il cardine della democrazia diretta

  • è stato introdotto dopo essere stato rivendicato per decenni da moltissime organizzazioni;

  • è stato sostenuto da una larga maggioranza della popolazione (114.884 nella votazione referendaria del 2009 e con sette iniziative popolari nelle quali sono state raccolte oltre 70.000 firme autenticate);

  • è frutto di un processo partecipativo voluto dal Consiglio provinciale stesso e durato dal 2014 al 2016;

  • infine è stato deliberato con la legge 22/2018 in un atto di esemplare collaborazione sovrapartitica nel 2018 dal Consiglio provinciale a larga maggioranza.

Da allora mai è stato utilizzato. Ciò nonostante ha sviluppato in modo non percepito dai cittadini la sua azione risanatrice della politica. Ha obbligato la maggioranza di governo a collaborare con la minoranza. Ha indotto un'attività legislativa che più che in passato è stata contrassegnata da un po' più di equilibrio tra le parti. Ma evidentemente è proprio questo che la maggioranza SVP-Lega Salvini non vuole. Vuole governare in modo autocratico. È per questo che ora tenta di abrogare nuovamente il referendum.

 

ad referendum

 

L'ultima parola ora tocca a noi cittadini!


Con il referendum che si svolgerà il 29 maggio

Esso è stato acquisito da 16.500 cittadine e cittadini nonché da 14 consiglieri provinciali.

 

Così lo vuole l'articolo 47 dello statuto di autonomia proprio con il referendum confermativo. Esso è stato disposto per noi cittadini dal Parlamento italiano nel 2001. Esso ci impegna a garantire che le regole del funzionamento della nostra democrazia corrispondano alle nostre aspettative e di tutelarle contro modifiche che non vengono condivise dai cittadini.

A tal fine utilizziamo ora questo referendum. Così come l'abbiamo utilizzato nel 2013 quando la SVP ci confrontò con una legge che avrebbe reso quasi impossibile andare al voto referendario. L'abbiamo evitata a larga maggioranza. Ora sta nuovamente a noi a impedire che ci vengano tolti il referendum sulle leggi ordinarie, un'informazione neutrale sui quesiti oggetto di votazioni referendarie e altre importanti conquiste che "disturbano" l'esercizio indisturbato del potere politico.
A tal fine nel settembre 2021 ben 16.500 cittadini in solo un mese e sotto condizioni difficili hanno sostenuto la richiesta referendaria affiancati poi anche da 14 consiglieri provinciali
.

 

Questo va tutelato con il referendum

 

referendum it kl

  • Esso obbliga i rappresentanti politici alla collaborazione tra loro e con noi cittadini;

  • Garantisce che possa valere solo ciò che effettivamente viene condiviso da una maggioranza della popolazione;

  • Agisce in modo che non governi solo una maggioranza politica che rappresenta non più che il 35% degli aventi diritto al voto. Con esso devono essere presi sul serio anche le argomentazioni della minoranza. In questo modo può sentirsi rappresentata nelle decisioni politiche una parte molto più cospicua della popolazione;

A tutto ciò induce la pura esistenza del referendum senza che esso venga attuato.

Esso obbliga all'ascolto, al prendere sul serio l'altro, al dialogo e alla ricerca del consenso.

È il primo e il passo determinante che porta da una democrazia partitica a una democrazia dei cittadini.

 
 
 
 
 
 
 

Quello che oltre al referendum vorrebbero abolire
con la legge SVP-Lega Salvini

 

  • la presentazione equiparata delle posizioni a favore e contrari nel opuscolo referendario e una sua redazione indipendete;

  • la possibilità per i cittadini di indire loro stessi un Consiglio dei cittadini estratti a sorte;

  • la tutela delle minoranze sociali nelle votazioni referendarie;

  • la tutela dei gruppi linguistici con l'art. 4, comma 2 e 3 con una "doppia maggioranza" richiesta in casi particolari.
 

I DOCUMENTI

 
 

 INFO

  • Messaggio in lingua tedesca di Ralf-Uwe Beck che esprime il proprio stupore per il fatto che la SVP come partito popolare conservatore voglia abrogare il referendum mentre il partito popolare CDU in Sassonia e Turingia lo vuole introdurre per riaquisire la fiducia della popolazione nella politica. Egli è portavoce dell'associazione Mehr Demokratie e.V. Deutschland, portatore del Bundesverdienstkreuz.

Ralf-Uwe Beck

 

  •  in arrivo: messaggio di sostegno da parte di Marco Cappato, attivista per la democrazia e le libertà, Presidente di Eumans

 

TESTI DI APPROFONDIMENTO

 
 

 IMMAGINI

Organizzazioni che sostengono l'iniziativa dei cittadini per il referendum

unterstützende Organisationen

Partiti che sostengono i cittadini per salvare il referendum:


unterstützende Parteien

 

LOGO "Referendum"

 LOGO Referendum SALVA Referendum
 
 
VOLANTINO DA STAMPARE O DA INVIARE COME IMMAGINE
 
Infoblatt 4 Seiten
 
 
INTERVENTI NEI MEDIA
 
Grazie ai due consiglieri del M5* per aver denunciato la estromissione del comitato referendario dal dibattito pubblico che l'estate scorsa ha raccolto più di 16.000 firme per far decidere i cittadini sulla legge con la quale la maggioranza governativa ha voluto cancellare il referendum confermativo sulle leggi ordinarie nonché limitare e depotenziare anche altri diritti politici come quelli dell'informazione imparziale. Grazie per la denuncia che non si abbia provveduto a far emanare dalle competenti istituzioni nazionali i regolamenti per una esauriente informazione paritaria dei cittadini sul quesito referendario per rendere possibile un voto consapevole e privo di incertezze.

https://www.facebook.com/alexmariniM5S/videos/711929679931953
https://www.facebook.com/alexmariniM5S/videos/1022137745105665

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

I precedenti

Attaccano i nostri diritti politici

  • Nel luglio 2018 il Consiglio provinciale approva la nuova legge per la democrazia diretta con una frazione SVP la quale vota, anch'essa a favore, non con convinzione, bensì sotto la pressione delle imminenti elezioni provinciali. Si tratta, beninteso, di una legge scaturita da un processo di partecipazione della cittadinanza e al di sopra delle divergenze tra maggioranza e minoranza nel Consiglio provinciale.

  • Probabilmente la frazione SVP non si è resa conto di quello che ha approvato, poiché il giorno successivo il presidente della Giunta provinciale promette di eliminare nuovamente il secondo pilastro della democrazia diretta. Alla richiesta di un colloquio non è avvenuta risposta.

  • Pochi mesi dopo l'entrata in vigore della legge, il portavoce della frazione SVP presenta effettivamente una proposta di modifica che prevede di abrogare nuovamente il referendum.

  • L'Iniziativa rammenta al presidente della Giunta provinciale e alla sua frazione che già una volta (2014) hanno fallito con una legge farsa per la democrazia diretta e che la loro intenzione sarebbe vana e autonociva.

  • Dopo che il disegno di legge per un intero anno ha fatto la spola fra la Commissione e l'Assemblea plenaria senza essere mai stato trattato, finalmente all'inizio del 2020 esso viene ritirato dal proponente sotto la regia del presidente della Giunta provinciale e con la promessa che solo i necessari perfezionamenti tecnici saranno ripresentati.

  • Sei mesi dopo, nientemeno che il presidente del Consiglio provinciale presenta una proposta di legge per la modifica della legge della democrazia diretta, proposta che nuovamente prevede l'abrogazione del referendum. Prevede inoltre che il Consiglio dei cittadini non possa essere convocato anche dai cittadini. Il presidente del Consiglio provinciale, Josef Nogger, ricordiamo, è uno dei tre proponenti della legge provinciale 22/2018 per la democrazia diretta, che ora intende mutilare!

  • Tutto questo considerando che la legge per la democrazia diretta non è mai stata applicata una sola volta. Inoltre non viene presentata una regolamentazione alternativa al referendum, bensì la sua definitiva radiazione.

  • Perché questa giravolta, se alla fin fine ci si è resi conto dell'inutilità dell'intento?

continua a leggere: Perché ora, ci si domanda?

 
 
 

Introduzione raccolta firme online

Con il diffondersi della pandemia gli strumenti di democrazia diretta non possono più essere utilizzati, e perfino le elezioni sono dovute essere posticipate. Sarebbe stato politicamente corretto, se i governanti della nostra provincia, allo stesso modo come hanno adottato le misure necessarie contro l'evolversi e le conseguenze della pandemia, avessero anche garantito che le cittadine e i cittadini possano esercitare in modo illimitato i loro diritti politici anche in questo periodo di ridotta attività pubblica. Questo non è avvenuto.

Non è avvenuto nemmeno nonostante la Commissione ONU per i diritti umani nel novembre 2019, in seguito a una azione giudiziaria, abbia intimato lo Stato italiano, e, con regolamentazione conforme, anche la Provincia autonoma di Bolzano, di eliminare entro sei mesi le ingiustificate limitazioni all'esercizio dei diritti di partecipazione. Pure questa richiesta è rimasta inosservata.

Eppure il presidente del Consiglio provinciale, J. Noggler, nel suo comunicato del 4/11/2020: "La democrazia deve essere garantita anche nel periodo di emergenza" aveva dichiarato: "Come primo rappresentante della democrazia in Alto Adige, il mio compito è comunque di prendere sul serio l'insicurezza, il malumore e la paura dell'avvenire della popolazione e di garantire affinché il discorso democratico, che sta alla base del coinvolgimento di tutti, sia portato avanti anche durante uno stato di emergenza." ...

... Quasi contemporaneamente (17/11/2020) egli presenta un disegno di legge provinciale (96/2020) con il quale s'intende cancellare il referendum confermativo su leggi provinciali - vale a dire, la metà della democrazia diretta - e inoltre la possibilità per la cittadinanza di poter convocare un consiglio dei cittadini (ulteriori dettagli in questo link).

Intanto il parlamento italiano, nell'ambito della legge finanziaria 2021, ha approvato la legalizzazione della raccolta firme online e ha incaricato la presidenza del Consiglio dei ministri di conretizzare entro quest'anno i relativi presupposti tecnici. Siccome in Alto Adige valgono le norme nazionali per la regolamentazione della raccolta firme, anche qui da noi esse devono essere adattate alle nuove circostanze. Questo è possibile semplicemente mediante una delibera della Giunta provinciale.

A questo proposito stiamo preparando una petizione al Consiglio e alla Giunta provinciale.

Chi ne è interessato, ci faccia pervenire il proprio indirizzo di posta elettronica per avere la possibilità di firmare personalmente e a scopi divulgativi. Vorremmo raccogliere tante firme, quante ne sono necessarie per una iniziativa popolare.

 

Documentazione

  • Lettera al Consiglio e alla Giunta provinciale del maggio 2020 nella quale si ricorda di adempiere alla richiesta della Commissione ONU per i diritti umani.

  • Lettera al presidente del Consiglio dei ministri, ai presidenti delle Camere e al ministro per l'Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione del novembre 2020, nella quale è stata richiesta la più immediata introduzione possibile della raccolta firme online.

  • Lettera alla Giunta provinciale dell'11/2/2021, nella quale si richiede di rendere possibile anche in Alto Adige la raccolta firme online recentemente legalizzata in Italia.

Di che cosa si tratta?

Il presidente del Consiglio provinciale J. Noggler nel novembre passato ha presentato un disegno di legge (nr. 96/2020) al fine di togliere diverse manchevolezze tecniche nella legge provinciale sulla DEMOCRAZIA DIRETTA E LA PARTECIPAZIONE (nr. 22/2018). Come vero intento di questa iniziativa legislativa si presenta però la cancellazione dell'art. 12 e con esso il referendum confermativo sulle leggi provinciali. Tant'è vero che nei due anni dall'entrata in vigore della legge non si è voluto eliminare questi difetti senza voler cancellare in un colpo metà della democrazia diretta e cioè il diritto di controllo stesso dei cittadini sulla legislazione provinciale introdotto per la prima volta in Alto Adige. Si tratta niente meno che di uno dei due pilastri della democrazia diretta che sono appunto il referendum e l'iniziativa. Ma questa volta non solo si vorrebbe cancellare il referendum. Con la legge provinciale 22/2018 è stato introdotto pure il Consiglio dei cittadini estratti a sorte, attivabile anche da 300 cittadini per trattare temi di particolare importanza. Anche questo diritto è rimasto inpraticabile per il fatto che il presidente Noggler non ha voluto istituire presso il Consiglio provinciale l'ufficio per l'educazione politica al quale spetta per legge di gestire un tale Consiglio. Con le proposte di modifica della legge presentate da J. Noggler il Consiglio dei cittadini in futuro dovrebbe poter essere istituito solamente dal Consiglio provinciale.

continua a leggere: i precedenti

 
Successi/Tappe
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Iniziativa "votare meglio"
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raccolta firme
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