Il nostro intento nasce dal desiderio di vivere in condizioni politiche dignitose, senza essere né sudditi, né questuanti, ma partecipi delle scelte. Vogliamo che tutte le persone desiderose di essere attive possano cercare, in libertà e indipendenza, attraverso un dialogo basato su reciproca stima, le soluzioni migliori per le questioni di comune interesse. Vogliamo che sia data la possibilità di sottoporle a discussione pubblica e una votazione dai risultati vincolanti.
Vogliamo dare vita a nuovi diritti politici per noi, cittadine e cittadini, usando gli strumenti di democrazia partecipata già esistenti. Ciò per garantirci una maggiore indipendenza nei confronti della rappresentanza politica e per darci la possibilità di intervenire in modo politicamente vincolante nelle decisioni delle amministrazioni comunali e provinciale. Questi diritti nuovi dovranno stimolare e nello stesso tempo essere frutto di un processo di maturazione politica e di presa di coscienza, in un circolo virtuoso meno tendente a delegare e più teso a responsabilizzarci.

Al nostro primo tentativo ce l'avevamo quasi fatta!


Se ciò fosse riuscito, ora noi elettrici ed elettori avremmo a disposizione uno strumento per determinare certe scelte e decidere con effetto vincolante su tutto ciò che vorremmo o non vorremmo che accadesse nel campo delle decisioni politiche.

Grazie alla volontà espressa in merito da molte organizzazioni grandi e piccole, nel 1997 siamo pur sempre riusciti ad ottenere nel Consiglio Regionale un voto di maggioranza favorevole alla nostra proposta di legge di iniziativa popolare per il referendum legislativo decisionale. Il nostro tenativo si è arenato di fronte alle obiezioni di incostituzionalità avanzate dal governo nazionale. Ma proprio da lì provengono ora nuove basi legislative a sostegno delle nostre richieste.
Come realizzare questi intenti
È nostra intenzione dimostrare che una larga parte della popolazione non sopporta più di venire dominata dai suoi rappresentanti politici; che noi cittadine/i intendiamo affermare la nostra volontà in modo vincolante e in modo indipendente da loro; che siamo capaci di prendere noi stesse/i decisioni politiche e di assumercene anche la responsabilità.

Per dimostrare questo vogliamo dare vita a una rete di democrazia. Molte persone, molti gruppi locali e organizzazioni troveranno nell' Iniziativa per più democrazia l'opportunità di collegarsi fra di loro, rispettando la reciproca autonomia. La rete costituirà il luogo per decidere insieme i nostri obiettivi e i modi per realizzarli. Se migliaia di persone della nostra provincia appoggeranno queste richieste associandosi all'Iniziativa, sarà possi-bile svolgere un'informazione capillare e profonda e assicurare il successo a un nuovo tentativo in direzione di una democrazia partecipata.

Vogliamo che l'autonomia provinciale progredisca al suo interno, sviluppandosi sempre più come autonomia delle cittadine, dei cittadini e dei loro comuni.

La prima fase del processo autonomistico è praticamente conclusa: il risultato è un'autonomia del governo provinciale, ma di certo non un'autonomia delle cittadine e dei cittadini e dei loro comuni. Ora si tratta di reclamare il diritto alla partecipazione, all'azione politica vincolante e indipendente dai partiti politici, e di impegnarsi per l'autonomia dei comuni. Riunendo le forze l'Iniziativa svolgerà un'attività continuativa e mirata per raggiungere una serie di obiettivi specifici:

  • il referendum legislativo decisionale con il quale, se verrà raccolto un numero di firme prestabilito, la cittadinanza può votare su un proprio progetto di legge;
  • garantire dal punto di vista legislativo e rendere praticabile la delibera civica comunale;
  • l'iniziativa statutaria affinché le/i cittadine/i possano stabilire in prima persona le regole della politica comunale;
  • il referendum finanziario che dà alle/ai cittadine/i la possibilità di controllare l'impiego del denaro pubblico;
  • il diritto a un voto più libero, in modo da poter eleggere candidate/i a prescindere dalla loro appartenenza a una lista, in quanto rappresentanti della popolazione e non solo di un partito;
  • l'autonomia comunale territoriale e finanziaria, affinché i comuni, sotto il controllo delle rispettive cittadinanze, abbiano facoltà di decidere da sé su quale debba essere l'uso del proprio territorio nonché delle proprie risorse finanziarie.

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