Il 22 ottobre 2023 eleggeremo il nuovo Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano. Con il nostro voto decideremo se in futuro nella nostra provincia ciò che noi cittadini vogliamo conterà o meno.
Un sondaggio ASTAT pubblicato nel novembre 2022 ha mostrato che tre quarti (!) della popolazione considera i referendum importanti almeno quanto le elezioni. Tuttavia i referendum, a livello provinciale e comunale, nel corso degli ultimi cinque anni sono stati impediti.
Poiché ci troviamo in una situazione di crisi profonda e multipla, con le elezioni di ottobre 2023 probabilmente decideremo in modo definitivo il futuro della nostra provincia. Se la crisi o le crisi che ci troviamo ad affrontare si inaspriranno, come sembra inevitabile, sarà prima di tutto la democrazia a soffrirne.
Per questo vogliamo fare della democrazia il tema elettorale più urgente
38 anni fa sono nati i "Colloqui di Dobbiaco" per discutere di una possibile svolta ecologica. In tutte le sue edizioni è stata ignorata la questione della democrazia, di quale tipo di democrazia abbiamo bisogno per avviare una vera svolta ecologica. Pensiamo che questo sia uno dei motivi principali per cui la svolta ecologica non è stata attuata e non solo nella nostra provincia.
Nell'ambito di un progetto di educazione permanente finanziato dalla Provincia, cittadini impegnati sulla questione della democrazia e gli attivisti di Climate Action stanno disegnando il progetto di democrazia che ritengono necessaria per contrastare il peggioramento della situazione di crisi. Un primo incontro si è svolto il 6 maggio presso il Grand Hotel di Dobbiaco.
Un buon clima con più democrazia!
All’inizio dell’incontro di Dobbiaco Ralf-Uwe Beck ha introdotto l'argomento con un intervento di mezz'ora. Egli è il portavoce di Mehr Demokratie Deutschland (Più democrazia in Germania), è stato membro e poi vicepresidente federale del „Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland“ (Alleanza per l’ambiente e la tutela della natura Germania) ed è stato insignito della Croce Federale al Merito. Ecco il suo discorso, per ora solo in lingua tedesca, ma in fase di traduzione in italiano, dal titolo: "Di quale democrazia ha bisogno il clima?“ Nel prosieguo dell’incontro gli elementi essenziali di una democrazia compiuta sono stati tracciati in sei tavoli di discussione. Il risultato dei lavori sarà ora condensato in un manifesto e costituirà la base per una presentazione pubblica a metà settembre a Bolzano, con esempi concreti di realizzazione e spiegazione degli effetti di una democrazia compiuta.
Vogliamo così motivare gli elettori a porre la questione della democrazia al centro della loro decisione elettorale.
Venerdì 3 marzo si è svolto lo sciopero globale per la protezione del clima. A proposito affermiamo: la questione climatica è una questione di democrazia. Servono strumenti democratici con cui tutti i cittadini possano concorrere a dare risposte valide a questa domanda. Questo sciopero globale per il clima è per noi un’opportunità per evidenziare fatti che non possono venire smentiti e possibilità incoraggianti sul tema "clima e democrazia": FATTO n. 1: la questione climatica è una questione di democrazia. La crisi climatica è la conseguenza devastante del dominio millenario dell'uomo sull’uomo e sulla natura. Una democrazia completata con un valido esercizio di decisione da parte dei cittadini è il superamento di questo atteggiamento centrato sul potere distruttivo nei confronti delle persone e della natura. Ma più la crisi climatica peggiora, minore diventa il margine di manovra democratico.
FATTO n. 2: con una democrazia diretta e maggiormente partecipativa la strada giusta è tracciata. In varie città della Germania con iniziative referendarie i cittadini sono riusciti a far passare importanti richieste di politica climatica, ad esempio per chiudere le centrali elettriche a carbone più velocemente del previsto. In molte città svizzere, negli ultimi anni, sono state lanciate e vinte le cosiddette "iniziative per il clima urbano" per un migliore clima urbano limitando il traffico automobilistico. Il 26 marzo 2023 i cittadini di Berlino voteranno sulla domanda: la capitale tedesca dove diventare climaticamente neutra entro il 2030, invece che solo nel 2045 come previsto sinora? In più di ottanta città tedesche ci sono state e ci sono iniziative che con l'aiuto di „referendum sul clima" vogliono far raggiungere al proprio comune l'obiettivo del rispetto del limite di 1,5 gradi. Molti hanno già avuto successo.
FATTO n. 3: su questioni di politica climatica ci sono già più di 100 consigli dei cittadini estratti a sorte in tutto il mondo. Un consiglio dei cittadini estratto a sorte riunisce molte prospettive diverse, riceve informazioni comprensibili da esperti, consiglia e sviluppa proposte per la politica. Fornisce alla rappresentanza politica proposte di soluzione capaci di avere una maggioranza e aiuti decisionali. FATTO n. 4: Le persone estratte a sorte prendono decisioni più lungimiranti e coraggiose sulle questioni climatiche rispetto ai politici. In Francia, nel 2019/2020, il presidente Macron ha nominato un consiglio dei cittadini e in Germania, a metà del 2021, si è tenuto un consiglio dei cittadini a livello nazionale auto-organizzato sul clima. I pareri dei consigli dei cittadini contengono rivendicazioni molto più ampie di quelle perseguite dai rappresentanti politici. Ad esempio rispetto ai limiti di velocità sulle strade e alla conversione dell'agricoltura a una produzione rispettosa del clima entro il 2030.
FATTO n. 5: Ci sono buoni strumenti democratici per integrare le politiche climatiche parlamentari. Ad esempio una combinazione di consiglio dei cittadini e referendum. Prima le persone estratte a sorte si confrontano e propongono, poi la popolazione vota le loro proposte.
FATTO n. 6: attivarsi politicamente sulle questioni climatiche è possibile e sensato! In considerazione della finestra temporale ristretta, alcune persone si chiedono: "Il cambiamento climatico è raggiungibile per via democratica?“ Noi affermiamo: non può che essere democratico!
SOLO, E ORA ARRIVA IL GRANDE MA:
Tutto questo è possibile in altri paesi, non in Alto Adige. Anche se 3 quarti degli aventi diritto (ASTAT-Info 74) affermano che i referendum sono importanti almeno quanto le elezioni. E invece assistiamo a disastrosi balbettamenti sul tema della sostenibilità e dobbiamo fare strenua resistenza contro l’assalto della cementificazione. E questo, anche se sulla carta abbiamo una legge sulla democrazia diretta e sulla partecipazione. Che però non funziona, le sue carenze non vengono sanate e vengono sfruttate per ostacolare e per evitare, che essa venga utilizzata.
Non ne possiamo più di questa politica! Con le elezioni provinciali del 2023 serve una maggioranza convinta per PIÙ DEMOCRAZIA se vogliamo finalmente fare ciò che va fatto in vista dell'imminente catastrofe climatica.
Sono state ricordate le parole di Papa Francesco che parla della Terra come della nostra casa comune della quale abbiamo il compito di aver cura. Invece questa nostra Terra brucia: bruciano le selve, si sciolgono le cappe polari e i ghiacciai, si estinguono sempre più specie, catastrofi di siccità e inondazioni di dimensioni bibliche nonché pandemie minacciano la vita di milioni di esseri umani. Cittadini e scienziati dubitano che si stia veramente intervenendo per invertire questi drammatici sviluppi. I cittadini voglio tutti insieme potersi aiutare da se. In tanti Paesi esistono esempi concreti incoraggianti. Alcuni sono stati riportati su manifesti in piazza.
In Alto Adige no! Dal 2018 è in vigore una legge provinciale che avrebbe dovuto rendere fattibili le votazioni referendarie. L'esperienza è un'altra. I referendum propositivi - l'una metà della democrazia diretta - si sono dimostrati non praticabili, e ultimamente i cittadini sono addirittura stai costretti a salvare l'altra metà, il referendum stesso.
Dal 2018, tre referendum propositivi e due consultivi sono stati respinti come inammissibili. E durante la pandemia è stato impossibile utilizzare gli strumenti di democrazia diretta, che invece sarebbero stati ben praticabili con la raccolta di firme online. Oltre alle carenze tecniche già note, la legge del 2018 ne ha anche di sostanziali, che però vanno benissimo all'attuale maggioranza di governo provinciale, che non vuole sapere di referendum.
Questa volta purtroppo in base alle legge provinciale si può firmare solo nel proprio comune di residenza. Potete firmare fino alla fine di settembre.
È mancato il sostegno necessario alle due proposte di legge di iniziativa popolare Il loro fallimento conferma che sono state oltremodo giustificate e necessarie!
L'Iniziativa per più democrazia comunica che questa volta non è stato possibile raccogliere le 8.000 firme richieste per le due proposte di legge di iniziativa popolare. Con le due proposte si volevano presentare al Consiglio provinciale le misure da prendere per una democrazia diretta più semplice e meglio praticabile e per il diritto di riformare le regole democratiche anche col voto popolare.
Le ragioni dell'insuccesso si possono indicare nel fatto di aver dovuto lanciare le proposte nel momento più sfavorevole, con le elezioni parlamentari anticipate annunciate poco dopo il lancio delle proposte e nel fatto che i cittadini hanno attualmente altre grosse preoccupazioni. Inoltre le condizioni per la raccolta delle firme sono state rese questa volta molto più difficili dall'amministrazione provinciale, limitando la cerchia degli autenticatori. E poi il numero richiesto di 8.000 firme è decisamente troppo alto per quella che di fatto è solo una petizione di massa. Infine è mancata quasi totalmente l’informazione da parte dei media tradizionali. Malgrado questo insuccesso, continueremo a perseguire la strada verso una vera democrazia dei cittadini. Le elezioni provinciali del 2023 saranno decisive. Un sentito ringraziamento a tutti che anche questa volta hanno dato del loro meglio per l'iniziativa.
PROROGHIAMO LA RACCOLTA FIRME PER LE DUE PROPOSTE DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE FINO AL 7 OTTOBRE
Non abbiamo ancora raggiunto il numero di firme richiesto.
Per questo proroghiamo la raccolta firme nei comuni di una settimana fino al 7 ottobre!
Perché dovremmo firmare di nuovo? L'ultima volta la raccolta firme era il presupposto per salvare il referendum!
Invitiamo ora a firmare le due proposte per poter noi cittadini contribuire a risolvere i nostri problemi e per evitarne di ulteriori e maggiori.
Con la democrazia limitata a quella rappresentativa siamo finiti in un vicolo cieco. Possiamo far valere gli interessi di tutti e il bene comune con le votazioni referendarie.
Vogliamo una democrazia diretta che funzioni così bene come in Svizzera!
Questo può essere raggiunto con le nostre due proposte.
Perciò ti preghiamo di firmare ancora entro questa settimana (fino al 7/10) le due proposte nel tuo comune di residenza!
Non possiamo aspettarci le soluzioni dai politici. Dobbiamo attivarci noi stessi. Solo insieme, rappresentanti e cittadini attivi, possono affrontare e risolvere le sfide immense cui siamo di fronte!
Non abbiamo ancora raggiunto il numero di firme necessario per presentare in Consiglio provinciale le nostre due proposte di legge. Anche se i tempi per noi diventano stretti, proroghiamo la raccolta firme di una settimana con la speranza di farcela. Non vorremmo che migliaia di cittadini abbino firmato e noi lavorato per mezz'anno invano.
Perché dovremmo adesso firmare di nuovo? L'ultima volta in estate 2021 16.500 cittadini hanno firmato affinché si svolga una votazione referendaria per salvare il referendum. In data 29 maggio 2022 il referendum poi è stato effettivamente salvato dal voto di 70.000 cittadini!
Firmare le due proposte di legge ora è importante, affinché gli strumenti di democrazia diretta possano essere sistemati in modo che noi cittadini finalmente possiamo prendere decisioni politiche proprio come prevede lo statuto di autonomia e per poterci confrontare noi stessi con le attuali immense sfide e per scongiurarne di ancora maggiori. Con la mera democrazia rappresentativa siamo finiti in un vicolo cieco. Abbiamo lasciato decidere per noi persone che più che il bene comune rappresentano gli interessi di pochi.
Se devono valere gli interessi di tutti noi, allora dobbiamo poter decidere effettivamente noi tutti quanti. Questo è possibile con votazioni referendarie. Siamo noi cittadini che meglio sappiamo quello che ci serve e quello che vogliamo e che a tale fine insieme abbiamo tutte le competenze ed esperienze necessarie.
È proprio quello che la maggioranza di governo locale vuole impedire nonostante lo statuto di autonomia ci dia questo diritto. Così essa p.e. ha impedito che si svolga un Consiglio dei cittadini estratti a sorte sulle misure da prendere contro la catastrofe climatica incombente, un referendum propositivo sulla tutela della biodiversità nella nostra provincia. Inoltre essa si ostina a non eliminare gli impedimenti e le limitazioni esistenti nella legge sulla democrazia diretta.
Vogliamo una democrazia diretta che funzioni bene come in Svizzera! È ciò che vogliamo e possiamo realizzare con le due proposte di legge di iniziativa popolare. Per questo vi chiediamo di cogliere l'opportunità di firmare ancora entro questa settimana le due proposte di legge nel vostro comune di residenza!
Il presidente della provincia Arno Kompatscher afferma: "In Alto Adige abbiamo ancora molto da imparare dalla Svizzera ..."
Come è già successo in occasione degli altri referendum provinciali, anche questa volta purtroppo resta una sensazione di disagio per qualcosa cui si è mancato di rispetto. Siamo molto lontani da una gestione obiettiva, trasparente e rispettosa di momenti così preziosi come il voto referendario, in cui sono i cittadini a decidere. In realtà questi sono momenti decisivi per la democrazia, in cui si verifica se democrazia significa veramente governo del popolo e nei quali si viene a sapere come i cittadini decidono su questioni importanti. Se qualcuno non è pronto per questo livello di democrazia nella nostra Provincia, questi sono la maggioranza al potere e i media che le coprono le spalle. Inganno e depistaggio sono stati ancora una volta dominanti. Non c'è da stupirsi che solo poco meno di un quarto degli aventi diritto al voto abbia resistito a questo gioco ingannevole. Proprio per questo dobbiamo essere sempre più consapevoli, che noi cittadini disponiamo di strumenti con i quali possiamo avere un'influenza decisiva nel plasmare il futuro della nostra Provincia nel tempo che intercorre fra due elezioni.
71.000 cittadini, su iniziativa di poche persone, hanno gettato le basi per uno sviluppo positivo della democrazia in Alto Adige.
Con una vittoria del sì, la maggioranza di governo avrebbe visto confermate norme dannose per la democrazia, con il chiaro NO espresso dagli elettori non si torna indietro su quanto conquistato.
Non ci aspettiamo che questi partiti ora al governo cambino minimamente il loro atteggiamento nei confronti della democrazia diretta. La loro idea di politica è determinata dal mantenimento totalitaristico del potere e dall'applicazione spietata di interessi particolari, per i quali il diritto di obiezione dei cittadini è una spina nel fianco. Il primo firmatario della legge ora bocciata dal popolo, Josef Noggler, non avrebbe potuto dirlo più chiaramente: "Non ci lasciamo ricattare (con il referendum)!" Per l’SVP l’appello alla volontà del popolo è un ricatto, la richiesta di negoziazioni e la ricerca del consenso sono una messa in discussione della propria sovranità di potere.
p.s.: L’Obmann dell’SVP afferma ora di potersi immaginare anche per l'Alto Adige un modello referendario, come in Svizzera. Sa di cosa sta parlando? È proprio questo che avevamo proposto in fase di stesura nel processo partecipativo della legge del 2018. Se la nostra proposta allora fosse stata accettata, varrebbe la regola che tutte le leggi provinciali non entrano in vigore per 100 giorni, ad eccezione di quelle approvate dai due terzi del Consiglio con propria clausola d'urgenza - per le quali la raccolta delle firme per referendum avrebbe potuto iniziare subito dopo l'entrata in vigore. Nei 100 giorni 4.200 cittadini (l'equivalente del numero di firme richieste in Svizzera! Da noi ora sono 13.000) avrebbero potuto portare la legge sospesa al voto referendario con raccolta firme, senza autenticazione delle firme, ma con verifica da parte del Comune.
"Non li giudicheremo dalle loro parole, ma dalle loro azioni".
Quello che i partiti di maggioranza al governo provinciale e i media che le coprono le spalle hanno ancora da imparere
Due proposte di legge di iniziativa popolare per rendere praticabile la democrazia diretta ATTENZIONE
mancano ancora molte firme per raggiungere il numero necessario per poter presentare le due proposte in Consiglio provinciale. I media non informano e non troviamo abbastanza persone che possano autenticare le firme da raccogliere ai banchetti per strada. La nostra speranza è che il maggior numero di firme venga deposto nei Comuni, anche questa volta nell'ultima settimana.
Le 2 proposte di legge possono essere firmate solo nel comune* di residenza entro il 30 settembre per esigere dal Consiglio provinciale di eliminare le limitazioni e gli impedimenti all’esercizio della democrazia diretta e costringere lo stesso Consiglio a decidere su di esse prima delle elezioni provinciali del 2023.
POSSIAMO SE VOGLIAMO
I cittadini sono sempre più delusi di come funziona la democrazia e desiderano migliorarne il funzionamento. Abbiamo tutti bisogno di confrontarci insieme per affrontare e cercare di risolvere i problemi che ci troviamo di fronte.
A tal fine avevamo presentato negli ultimi due anni quattro richieste referendarie. Esse sono state tutte dichiarate inammissibili con motivazioni a nostro avviso pretestuose. In più viene ostacolato intenzionalmente il sostegno alle iniziative referendarie da parte dei cittadini e la politica locale si rifiuta di attivare anche in Alto Adige la possibilità della raccolta online firme.
Insieme riusciamo a cambiare le cose ... così come abbiamo salvato il referendum!
Le buone regole democratiche non sono arrivate e non arriveranno come regalo di chi detiene il potere. Siamo noi, ognuno di noi, a doverle richiedere e a pretendere che vengano attivate. Altrimenti non le avremo mai!
* A Bolzano solo la mattina di lu, mar, giov. anche nell'ufficio nel pianterreno dietro allo sportello del cittadini in vicolo Gumer. Altrimento in Segreteria generale nel vecchio Municipio, piazza Municipio 1°piano, stanza 130, con entrata da vicolo Gumer salendo al primo piano e proseguendo per il lungo corridoio verso il vecchio Municipio. Nei centri civici di quartiere con prenotazione attraverso questo link.
CONTRO LA LEGGE SVP - LEGA SALVINI CON LA QUALE CI VOGLIONO TOGLIERE IL REFERENDUM SULLE LEGGI ORDINARIE PROVINCIALI E ALTRE REGOLE IMPORTANTI PER LA PARTECIPAZIONE
5 per mille per piu democrazia diretta - rompighiaccio
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