Noggler ci riprova: abolire il referendum

 

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE J. NOGGLER, SU
INCARICO DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA
GIUNTA, VUOLE CANCELLARE IL REFERENDUM, LO STRUMENTO DI CONTROLLO DEI CITTADINI.
IN PIÚ NON DOVREBBE SPETTARE A LORO
INDIRE UN CONSIGLIO DEI CITTADINI.

QUESTI DIRITTI POLITICI SONO STATI CONQUISTATI ATTRAVERSO UN QUARTO DI SECOLO DA MIGLIAIA DI CITTADINI E IN ULTIMA ISTANZA TRAMITE UN PROCESSO
LEGISLATIVO PARTECIPATO.

TUTTE LE INFORMAZIONI

DI CHE COSA SI TRATTA?

I PRECEDENTI

PERCHÉ ORA, CI SI DOMANDA

IL VALORE DEL REFERENDUM

 
 

ATTENZIONE 

ERRORE DI SISTEMA

 
 

COS'É L'ERRORE DI SISTEMA?

La rappresentanza politica utilizza il potere politico, conferitole dai cittadini, per escluderli di intervenire sulla formazione della democrazia stessa riservandola a sé stessa come diritto esclusivo. Caratterizza il sistema politico attuale il fatto che lo determinano coloro sui quali pesa il pericolo maggiore di sfruttarlo ai propri fini e per espandere il loro potere. A nostro avviso questo è l'errore di fondo nel nostro sistema politico, è l'errore di sistema. Finché esso non sarà eliminato a favore di una democrazia aperta, non saranno superabili tutti i problemi prodotti nell'attuale „sistema democratico“.

 

Il vento di prua rinvigorisce

I diritti politici devono essere praticabili anche in tempi difficili

Nei primi di novembre sarebbe dovuta iniziare la raccolta delle firme per le due iniziative referendarie sostenute da molte organizzazioni tese alla possibilità di „sostegno più semplice di iniziative referendarie“ e alla „introduzione del Gran Consiglio dei cittadini estratti a sorte“.
Gli sviluppi della pandemia l'hanno reso impossibile. Questa situazione a metà settembre, quando abbiamo presentato le richieste referendarie, non era prevedibile. Tanto più importante sarebbe stato ora aver a disposizione già ora le agevolazioni rivendicate come p.e. la raccolta firme digitale.

E come se non bastasse, l'Iniziativa per più democrazia è confrontata con una commissione prevista dalla legge sulla democrazia diretta che ha respinto indistintamente entrambe le due proposte referendarie, adducendo che la materia sarebbe riservata al Consiglio provinciale.

L'Iniziativa per più democrazia a questo punto rivendica la praticabilità dei diritti politici:

1.    In un momento nel quale il lavoro, la scuola, l'amministrazione, la cultura sempre più si adeguano per essere praticati anche a distanza, nessuno pensa minimamente a quanto è più importante nella nostra democrazia e cioè all'esercizio dei nostri diritti politici. Questi devono poter essere sempre praticabili. L'Iniziativa per più democrazia perciò ora si  concentra sull'introduzione della raccolta firme digitale affinché i cittadini e le cittadine possano praticarli anche quando le condizioni lo rendono difficile. L'Iniziativa per più democrazia cercherà di convincere la rappresentanza politica di attivarsi a tal fine. In più saranno raccolte firme di sostegno per una proposta di legge nazionale per l'introduzione del Consiglio dei cittadini estratti a sorte in forma digitale e sarà ricercata la loro validità attraverso il ricorso all'autorità giudiziaria. Questa strategia sarà perseguita, se necessario, anche per le iniziative referendarie locali.

2.    L'Iniziativa per più democrazia, con una cosiddetta azione popolare, ricorre al giudizio del tribunale di Bolzano affinché venga annullata la dichiarazione di inammissibilità della commissione. Essa, ad avviso dell'Iniziativa e secondo il giudizio di esperti di diritto, è priva di un fondamento giuridico valido ed è solo frutto di una inaccettabile deduzione interpretativa.

Data questa situazione, contiamo che la raccolta delle firme potrà iniziare solo nel nuovo anno.

Corona: il virus e la democrazia

Il coronavirus - o non era piuttosto la politica, con la quale è stato reagito a esso e che senza dubbio sarebbe potuta essere differente - ha scatenato una crisi immane: mai prima d'ora sono stati limitati tanti diritti fondamentali in così poco tempo; mai prima d'ora si è reso talmente evidente, di quanto i sistemi sanitari qui da noi e in altre parti del mondo siano in grado di rendere, poche volte in passato l'insicurezza nel prendere e giustificare decisioni politiche è stata avvertibile quanto in queste ultime settimane. Allo stesso tempo le cittadine e i cittadini convengono ad attuare una condotta solidale a favore dei più deboli e condividono le misure decretate.

Permane tuttavia la giustificata preoccupazione che lo stato di emergenza possa divenire normalità; in tutta fretta potrebbero essere prese decisioni scarsamente motivate e non più comprensibili. La reciproca solidarietà delle cittadine e dei cittadini si basa sulla fiducia nella politica. Essa non deve essere messa in gioco.

Non dimentichiamoci di quello che dissero i grandi medici, virologi, batteriologi, medici sociali e ambientalistici Pasteur, Virchow, Pettenkofer e Koch: "Il virus non è niente, l'ospite, l'essere umano, è tutto". Quello che noi e quello che la politica fa della presenza del virus, è decisivo: fronteggiarlo con timore e con pubblica intimidazione, oppure con fiducia nelle nostre proprie forze; con costrizione o con autoresponsabilità!

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Festeggiamento Giornata Internazionale Democrazia e presentazione iniziativa referendaria

Giornata  Internazionale della democrazia e presentazione di due proposte referendarie -

la democrazia è un diritto umano!


manifesto giornata democrazia15 settembre - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indetto nel 2007 questa giornata come giorno della democrazia. La democrazia è un diritto umano! L'Assemblea ricorda così quanto è scritto nell'art. 21 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948:

„Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti. “ e aggiunge al paragrafo 3:

„La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.“

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in merito a questa giornata celebrativa sottolinea che la democrazia è un processo con un obiettivo chiaro: la realizzazione di questo diritto. E pone in rilievo che l'ideale della democrazia può essere realizzato e divenire un beneficio per tutti soltanto se viene perseguito da tutti: dalla comunità internazionale, dalle istituzioni nazionali, dalla società civile e da ogni singola persona.

Democrazia quindi già durante il suo formarsi non significa delega, ma partecipazione di tutti: è richiesto l'impegno di tutti!

Noi come Iniziativa per più democrazia, e con noi molte organizzazioni della società civile e soprattutto decine di migliaia di cittadini della nostra provincia - ricordiamo qui soltanto i 114.884 cittadini che nella votazione referendaria del 2009 hanno votato a favore della nostra proposta per una democrazia diretta completa e ben praticabile - ci impegniamo in questo senso da un quarto di secolo con serietà e convinzione.

Contro l'opposizione e la forte riluttanza della maggioranza governativa a partecipare a questo processo e allo sviluppo della democrazia nel nostro territorio.
Chi governa non soltanto non si impegna di propria iniziativa per un continuo miglioramento della democrazia, ma nemmeno da seguito alla richiesta da parte della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite di eliminare limitazioni e ostacoli eccessivi all'esercizio dei diritti politici di partecipazione. Sia lo Stato italiano sia la Provincia di Bolzano hanno disatteso il termine posto dalla Commissione. Abbiamo provato invano a spingere la maggioranza politica ad assolvere il proprio compito.

Per questo facciamo un ulteriore  passo, un passo di natura del tutto nuova!
striscioni sulla scalinata
Tramite il diritto conquistato di poter DECIDERE NOI STESSI cosa debba valere. Proprio così come sta scritto nella Carta dei Diritti umani, ovvero partecipare direttamente.

Ieri, 14 settembre, abbiamo presentato alla Presidenza del Consiglio due richieste referendarie. Si tratta di due disegni di legge sui quali dovranno decidere i cittadini della provincia il prossimo anno in una votazione referendaria. Se 15.000 cittadine e cittadini altoatesini lo richiederanno con la propria firma!

Votazione referendaria su che cosa?

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Festeggiamento e inaugurazione della mostra il 25 ottobre 2019

Festa nel campo base – aurora sulla vetta

Anfang Ausstellung C. Herz stellt C. Longchamp vor Eröffnung der Ausstellung Ketten gekappt

Finalmente abbiamo festeggiato quanto abbiamo raggiunto! Il giorno 25 ottobre è stato il giorno predestinato per questa festa, il 10° anniversario delle prime votazioni referendarie provinciali e un quarto di secolo di attività di Iniziativa per più democrazia. Abbiamo festeggiato il raggiungimento di una legge che è, nonostante sia in diversi punti manchevole e incompleta, abbastanza ben praticabile – con la rappresentanza consulare della Svizzera, realtà di riferimento, di orientamento e soprattutto esempio concreto di un'utopia che abbiamo iniziato a perseguire in un processo comiciato 25 anni fa. E, anche se solo con un videomessaggio del sottosegretario del Consiglio dei Ministri, con la benedizione dello Stato italiano che ha reso possibile questi sviluppi a favore di un'integrazione e di un profondo rinnovamento della democrazia in Alto Adige con la riforma dello Statuto d'Autonomia del 2001 e con il conferimento delle rispettive competenze alla Provincia. Festeggiato abbiamo anche con Claude Longchamp, lo storico e politologo e con il suo messaggio nel discorso augurale, ma anche già nella lunga intervista che si poteva ascoltare la mattina presto su RAI-Südtirol che smantella la ragioni di paura che rischia di paralizzare le naturali aspirazioni verso più democrazia in tempi nei quali la fiducia nella forza di autoguarigione del popolo sotto la pressione delle forze populiste viene minata.

È un caso particolarmente fortuito poter festeggiare questi anniversari con l'inaugurazione della mostra „Democrazia Diretta Moderna“, che ci è stata messa a disposizione dalla rappresentanza estera della Svizzera, un'iniziativa finanziata congiuntamente da essa e la provincia di Bolzano, nonché con il dato di fatto che la mostra verrà allestita soprattutto in scuole superiori, originariamente per via della sua estensione ma un dato che si può rivelare come il buon destino della provvidenza che vuole vedere l'Iniziativa per più democrazia in azione ringiovanita.

Tutta la mostra svizzera sulla democrazia diretta moderna in forma webjournal in italiano  / die ganze Schweizer Ausstellung "Moderne Direkte Demokratie" als Webzeitung deutsch

la parte locale della mostra sulla regolamentazione provinciale della democrazia diretta in Alto Adige / Der Lokalteil der Ausstellung zu den Anwendungsmöglichkeiten der Direkten Demokratie in Südtirol

Rivisita del festeggiamento:

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votazione di base

I soci dell'Iniziativa per più democrazia nella votazione di base hanno deciso:
Le proposte referendarie a favore di un utilizzo più agevole degli strumenti di partecipazione vanno presentate!


Il direttivo dell'Iniziativa può essere soddisfatto: Ha fatto il suo lavoro. Mai fino ad ora così tante persone all'interno dell'Iniziativa hanno espresso il proprio desiderio e la propria volontà! Ben un quarto dei soci dell'Iniziativa ha colto l'opportunità della votazione per corrispondenza per rispondere alla domanda del direttivo rivolta ai soci:

„Volete che vengano presentate due richieste referendarie sulle proposte di legge a favore del „Sostegno agevolato per le richieste di referendum“ e della „Introduzione dell'Assemblea dei cittadini sorteggiati e rappresentativi“ per essere sottoposte al voto referendario?“

per esprimere unanimi: Si, vogliamo ora decidere noi, undici anni dopo la prima votazione referendaria a livello provinciale, in base a quali condizioni vogliamo partecipare alla vita pubblica con gli strumenti di partecipazione e pianare la strada a favore di una democrazia integrale e per renderla sempre più agevole e predisposta alla codeterminazione dei cittadini. Nel 2009 abbiamo dovuto fare l'esperienza che gli strumenti così, come sono stati regolamentati, non erano utilizzabili. Abbiamo lottato per altri dieci anni affinché diventassero praticabili. Ora tocca ai cittadini a decidere, se questi diritti di partecipazione e di decisione referendaria dovranno rimanere utilizzabili così a malapena o se vogliono che questi siano esercitabili agevolmente grazie a regole che semplificano la possibilità di sostegno a iniziative e referendum e con l'introduzione del Consiglio dei cittadini estratti a sorte e rappresentativo, con l'incarico di approfondire e per rispondere alle questioni di grande portata a supporto di decisioni da prendere o dal Consiglio provinciale o attraverso una votazione referendaria.
Si addice l'immagine della cruna dell'ago: Non sarà facile infilarci il nostro lungo filo.
Però se ce l'avremo fatta, allora sarà un piacere continuare a tessere la rete per una democrazia migliore!

È il momento di mettercela tutta - insieme!

vedi: protocollo dello scrutinio della votazione di base

Commissione ONU per applicabilità diritti referendari in Italia

La Commissione dei diritti umani dell'ONU intima l'Italia di eliminare gli ostacoli che contrastano l'applicazione dei diritti di democrazia diretta.

L'Iniziativa per più democrazia esige dal Consiglio provinciale di corrispondere al verdetto.

Nella sua sentenza, formulata in seguito a una denuncia presentata dai cittadini, la Commissione dei diritti umani dell'ONU rileva una violazione del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici firmato anche dall'Italia. La Commissione intima lo Stato di eliminare gli ostacoli e le infondate restrizioni ai diritti di partecipazione politica. La sentenza è datata al novembre 2019, e il termine ultimo per adempiere all'intimazione scade alla fine di maggio.
Gli ostacoli contestati riguardano la possibilità di sostenere iniziative di democrazia diretta da parte dei cittadini e soprattutto la pratica di dover autenticare le firme senza che sia garantita la disponibilità di persone autorizzate. In Alto Adige vige la regolamentazione statale, che pure dovrà essere modificata a livello provinciale. Per l'Alto Adige detta sentenza è di particolare attualità perché l'Ufficio competente dell'amministrazione provinciale ha comunicato che, sulla base di un parere dell'Ufficio legale della Provincia, sarà introdotto un ulteriore aggravamento delle condizioni. Nonostante gli insegnanti e il personale sanitario, nella loro veste di pubblici ufficiali come previsto dalla legge, finora siano sempre stati incaricati dal Presidente della Provincia all'autenticazione delle firme, questo incarico in futuro non gli verrebbe più assegnato.
Inoltre la Commissione dei diritti umani ha contestato la mancante informazione istituzionale dei cittadini riguardo alla possibilità di sostegno di iniziative popolari e referendarie. Anche questa lacuna deve essere eliminata per mezzo di una modifica della legge.

A livello statale i cittadini, in forza dell'avvenuta conferma della loro denuncia, in questi giorni chiedono, tramite i media e con lettere al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al sottosegretario competente e a tutti i parlamentari, che venga adempiuto all'obbligo decretato e di effettuare le necessarie modifiche alla legge.

Cose chiediamo qui in Alto Adige:

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Now the citizens!!

La risposta ai problemi dell'Europa siamo noi cittadine e cittadini!

L'Unione Europea è una costruzione di organizzazione democratica alquanto strana. Essa ha un Parlamento che dovrebbe avere il potere legislativo ma non può emanare leggi ed è circondato da organismi che hanno maggiore influenza e maggior potere decisionale di esso stesso. Commissione europea, Consiglio dell'Unione europea, Consiglio europeo, Banca centrale europea, ECOFIN, ESM ed altri sono coinvolti nelle decisioni in modo non chiaro e assolutamente non trasparente. 

Le cose sono chiare: L'UE viene determinata da forze che non hanno proprio l'interesse di ricercare soluzioni che superino gli interessi nazionali. Solo la Commissione europea che si compone di rappresentanti dei partiti di maggioranza degli stati nazionali e solo questa può esercitare il potere legislativo, unendo così in sè il potere esecutivo con quello legislativo. Li stati nazionali che dovevano essere superati dalla Comunità Europea, la sfruttano per i loro interessi. E questi di regola non sono quelli dei loro cittadini ma i rispettivi interessi economici più forti.
Se ora con le elezioni siamo al punto di dover temere che le forze „nazionalpopuliste“ nell'UE potrebbero prendere in mano le redini,

in fondo al testo trovi i nomi dei candidati in Alto Adige che hanno firmato

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I nostri comunicati
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