Ma siamo matti?!
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- Ultima modifica: Lunedì, 29 Luglio 2019 10:24
- Pubblicato: Mercoledì, 10 Aprile 2019 11:02
Vogliono derubarci di nuovo di una metà della democrazia diretta!
La nuova legge provinciale 22/2018 “Democrazia diretta, partecipazione e educazione politica” è un compromesso raggiunto con fatica a livello partitico e con quella parte della società civile che è interessata al rinnovo della democrazia. Questa legge è stata
- chiesta per anni dalla società civile con una serie di iniziative di legge popolari e con un referendum;
- elaborata in base a un processo di partecipazione che ha coinvolto moltissime organizzazioni e tanti cittadini interessati;
- presentata in Consiglio provinciale con un'iniziativa popolare raccogliendo ben 12.000 firme;
- varata nel luglio 2018 con una maggioranza di due terzi dei consiglieri presenti;
- e infine a Roma è stata ritenuta conforme alla Costituzione.
Il capogruppo della SVP Gerhard Lanz dopo soli tre mesi dall'entrata in vigore ora la vorrebbero sostituire con un nuovo disegno di legge (12/2019), eliminando nientemeno che la metà della democrazia diretta - il referendum sulle leggi provinciali non votate con la maggioranza dei due terzi - nonché regole per la tutela delle minoranze linguistiche e sociali.
Referendum e Iniziativa - i due pilastri della democrazia diretta
Addirittura la metà della democrazia diretta? Sì, perché essa si compone dei due strumenti referendum e iniziativa. I&R si chiamano anche gli istituti di ricerca sulla democrazia diretta. La democrazia diretta con il referendum da ai cittadini il potere del controllo diretto sulla legislazione: realizza il principio per cui deve diventare legge solo ciò che è condiviso dalla maggioranza degli aventi diritto al voto. Con l'iniziativa invece i cittadini possono esercitare il potere di legiferare loro stessi: quando è necessario, la società non deve dover aspettare per anni che la rappresentanza politica si attivi per porre rimedi a problematiche incombenti. Freno e acceleratore in mano ai cittadini! “La cosa geniale del referendum e dell'iniziativa è dunque che essi costringono il governo e il parlamento a praticare una politica lungimirante e anticipatrice. Ogni legge deve essere elaborata in modo che resista ad eventuali votazioni referendarie davanti al popolo, altrimenti tutto il lavoro sarebbe valso a nulla. Anche le iniziative hanno carattere anticipatore. Se la classe politica non si cura abbastanza dei problemi e delle difficoltà della popolazione, allora incombe un'iniziativa - che spesso è formulata in modo assai più radicale che una legge corrispondente.“ (Urs Leuthard, caporedattore del telegiornale della televisione svizzera: A wie abstimmen, Das zentrale Element der direkten Demokratie, in Demokratie von A-Z https://ursleuthard.ch).