Il potere dev’essere controllato. All’impotenza di cittadini e cittadine si deve finalmente rispondere con concrete possibilità di agire.

E invece si crea ulteriore frustrazione!

Venerdì scorso nella Ia commissione legislativa i rappresentanti della SVP - Noggler, Schuler, Pichler Rolle, Stirner e Munter – sono riusciti a impedire la trattazione del disegno di legge d’iniziativa popolare sulla democrazia diretta, che comunque sarà trattato in aula. Il gruppo consiliare della SVP non ha avuto il minimo rispetto per una proposta organica sulla democrazia diretta condivisa da un’ampia parte della popolazione – probabilmente dalla maggioranza – e che i rappresentanti dell’opposizione (Ulli Mair, Seppi e Urzì) in commissione volevano trattare.

Evidentemente il gruppo della SVP non si rende conto dell’affronto fatto così alle molte organizzazioni che sostengono l’iniziativa, ai quasi 115.000 cittadini e cittadine che nel 2009 hanno votato per il disegno di legge dell’Iniziativa per più democrazia, e ai 12.600 cittadini e cittadine che ora lo hanno ripresentato in Consiglio provinciale.

file icon doc Promemoria_steso per il dibattito generale e articolato sul disegno di legge di iniziativa popolare

Abbellendolo in modo spudorato, la SVP cerca di far passare il proprio disegno di legge sulla democrazia diretta, il cui fine è di non rendere più possibili dei referendum. Così essa riduce la democrazia diretta a mero diritto di proposta, vanificando il diritto di voto. Può anche generosamente rinunciare all’ostacolo del quorum, perché comunque i referendum con la soglia assurda d’accesso prevista non sono più possibili. L’unico fine del disegno di legge della SVP è quello di mettere al proprio servizio l’iniziativa di cittadini e cittadine. Essi con questo sarebbero ridotti a presentatori di proposte che alla fine verrebbero sistemate secondo gl’interessi del partito. Dovrebbero essere i rappresentanti politici a lavorare per convincere cittadini e cittadine: non al contrario cittadini e cittadine a convincere i rappresentanti politici della bontà delle proprie proposte!
Il potere dev’essere controllato, non servito e autorizzato a servirsi. Invece la SVP neanche prevede il diritto di controllo nella forma del referendum confermativo; e in via precauzionale, esclude esplicitamente il diritto di cittadini e cittadine di occuparsi di regole del gioco democratico e stipendi dei politici.
La SVP sventola il dialogo e lo vorrebbe promuovere come elemento caratterizzante del proprio disegno di legge; ma al contempo ne abusa (vedi aeroporto). Se avessimo il migliore dei governi possibili, il dialogo avrebbe un suo valore. Ma sviluppo e regolamentazione della democrazia diretta non possono partire dal presupposto che i rappresentanti politici siano illuminati, aperti alla partecipazione, autocritici e disposti a imparare. Al contrario: la democrazia diretta deve realizzarsi in modo da essere efficace anche nelle peggiori condizioni, cioè anche con una rappresentanza politica che non si cura della volontà dei cittadini. La regolamentazione dev’essere tale che la rappresentanza politica debba aspettarsi l’intervento attivo di cittadini e cittadine, e percepirne la possibilità come una spada di Damocle. Solo così potrebbe lentamente svilupparsi una rappresentanza politica veramente in grado di collaborare con cittadini e cittadine e con le loro organizzazioni, costruttivamente e con rispetto.

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