Osservazione domanda 14

Si può essere convinti che la retribuzione dei consiglieri sia giusta o no. Ma indipendentemente da questo bisogna chiedersi chi debba stabilirla. Perché bisogna chiederselo? Perché l’entità del compenso è uno dei punti fondamentali che determinano chi diventerà consigliere. Gli attuali alti compensi sono stati introdotti per rendere i consiglieri per quanto possibile incorruttibili. D’altra parte, non potrebbero essere stati comprati proprio per quest’incarico? Una cosa è certa: a chi diventa consigliere è garantito un reddito alto indipendentemente da quel che fa. È invece del tutto incerto quanto egli possa realizzare degli ideali che lo hanno indotto a candidarsi. Evidentemente l’entità del compenso esercita un’attrazione maggiore degli ideali – o forse non dovremmo chiederci se il beneficiario d’una decisione possa decidere su se stesso in modo veramente obiettivo e disinteressato? In ogni caso, per la qualità della politica la definizione del compenso dei rappresentanti eletti è una questione non trascurabile. Le opzioni sono due: o decide il consigliere, cioè l’eletto, o decide l’elettore. Nel primo caso il rischio è il self-service, nel secondo è non aver idea di un compenso adeguato. Nel secondo caso il rischio è un compenso troppo basso, che potrebbe dissuadere dal candidarsi chi ne percepisce uno più alto e ha un tenore di vita corrispondente. Pertanto bisogna valutare rischi e vantaggi delle due opzioni.

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