Corona: il virus e la democrazia

Il coronavirus - o non era piuttosto la politica, con la quale è stato reagito a esso e che senza dubbio sarebbe potuta essere differente - ha scatenato una crisi immane: mai prima d'ora sono stati limitati tanti diritti fondamentali in così poco tempo; mai prima d'ora si è reso talmente evidente, di quanto i sistemi sanitari qui da noi e in altre parti del mondo siano in grado di rendere, poche volte in passato l'insicurezza nel prendere e giustificare decisioni politiche è stata avvertibile quanto in queste ultime settimane. Allo stesso tempo le cittadine e i cittadini convengono ad attuare una condotta solidale a favore dei più deboli e condividono le misure decretate.

Permane tuttavia la giustificata preoccupazione che lo stato di emergenza possa divenire normalità; in tutta fretta potrebbero essere prese decisioni scarsamente motivate e non più comprensibili. La reciproca solidarietà delle cittadine e dei cittadini si basa sulla fiducia nella politica. Essa non deve essere messa in gioco.

Non dimentichiamoci di quello che dissero i grandi medici, virologi, batteriologi, medici sociali e ambientalistici Pasteur, Virchow, Pettenkofer e Koch: "Il virus non è niente, l'ospite, l'essere umano, è tutto". Quello che noi e quello che la politica fa della presenza del virus, è decisivo: fronteggiarlo con timore e con pubblica intimidazione, oppure con fiducia nelle nostre proprie forze; con costrizione o con autoresponsabilità!

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Festeggiamento e inaugurazione della mostra il 25 ottobre 2019

Festa nel campo base – aurora sulla vetta

Anfang Ausstellung C. Herz stellt C. Longchamp vor Eröffnung der Ausstellung Ketten gekappt

Finalmente abbiamo festeggiato quanto abbiamo raggiunto! Il giorno 25 ottobre è stato il giorno predestinato per questa festa, il 10° anniversario delle prime votazioni referendarie provinciali e un quarto di secolo di attività di Iniziativa per più democrazia. Abbiamo festeggiato il raggiungimento di una legge che è, nonostante sia in diversi punti manchevole e incompleta, abbastanza ben praticabile – con la rappresentanza consulare della Svizzera, realtà di riferimento, di orientamento e soprattutto esempio concreto di un'utopia che abbiamo iniziato a perseguire in un processo comiciato 25 anni fa. E, anche se solo con un videomessaggio del sottosegretario del Consiglio dei Ministri, con la benedizione dello Stato italiano che ha reso possibile questi sviluppi a favore di un'integrazione e di un profondo rinnovamento della democrazia in Alto Adige con la riforma dello Statuto d'Autonomia del 2001 e con il conferimento delle rispettive competenze alla Provincia. Festeggiato abbiamo anche con Claude Longchamp, lo storico e politologo e con il suo messaggio nel discorso augurale, ma anche già nella lunga intervista che si poteva ascoltare la mattina presto su RAI-Südtirol che smantella la ragioni di paura che rischia di paralizzare le naturali aspirazioni verso più democrazia in tempi nei quali la fiducia nella forza di autoguarigione del popolo sotto la pressione delle forze populiste viene minata.

È un caso particolarmente fortuito poter festeggiare questi anniversari con l'inaugurazione della mostra „Democrazia Diretta Moderna“, che ci è stata messa a disposizione dalla rappresentanza estera della Svizzera, un'iniziativa finanziata congiuntamente da essa e la provincia di Bolzano, nonché con il dato di fatto che la mostra verrà allestita soprattutto in scuole superiori, originariamente per via della sua estensione ma un dato che si può rivelare come il buon destino della provvidenza che vuole vedere l'Iniziativa per più democrazia in azione ringiovanita.

Tutta la mostra svizzera sulla democrazia diretta moderna in forma webjournal in italiano  / die ganze Schweizer Ausstellung "Moderne Direkte Demokratie" als Webzeitung deutsch

la parte locale della mostra sulla regolamentazione provinciale della democrazia diretta in Alto Adige / Der Lokalteil der Ausstellung zu den Anwendungsmöglichkeiten der Direkten Demokratie in Südtirol

Rivisita del festeggiamento:

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Reciproco incoraggiamento

Sostegno reciproco tra Associazioni e Ministero per i Rapporti con il Parlamento Visione e intenti condivisi per rinforzare la democrazia diretta e garantire i diritti politici

 

Bolzano-Trento, 22 febbraio - Così come annunciato nella nota distribuita la scorsa settimana, mercoledì 20 febbraio una delegazione delle 2 Associazioni sorelle Iniziativa per più democrazia e Più Democrazia in Trentino ha incontrato a Roma Riccardo Fraccaro, Ministro per i rapporti con il Parlamento e Democrazia Diretta.
Il colloquio è durato oltre un’ora e si è svolto in un’atmosfera cordiale. Dal confronto, cui hanno partecipato anche funzionari del Ministero, sono emerse le molteplici difficoltà che tutti noi, Associazioni e Ministero, affrontiamo: a livello ministeriale nel costruire un impianto legislativo che dia dignità ai diritti politici dei cittadini, a livello territoriale nell’accedere agli strumenti di partecipazione. Il Ministero affronta quotidianamente posizioni pregiudizievoli, riconducibili a ignoranza (in senso proprio) dei principi, del funzionamento e degli effetti della democrazia diretta; sul territorio le Associazioni si spendono per consentire il ricorso agli strumenti referendari, dovendo troppo spesso fare i conti con l’impossibilità (o l’estrema difficoltà) nell’attivarli – difficile poi spiegare ai cittadini che si sono spesi per fare democrazia che il loro impegno non porta ad alcun risultato.
Registrare questa unità di visione e di intenti è stato importante – e confortante. Il suggellare un patto di reciproco sostegno naturale conseguenza.

La nostra Associazione Iniziativa per più democrazia ha avuto modo di esporre al Ministro Fraccaro lo stato dell’arte in Alto Adige/Südtirol (nel luglio 2018 una legge sulla democrazia diretta è stata varata dal consiglio provinciale, frutto dell’impegno di oltre 25 anni dell’Associazione). L’obiettivo di Iniziativa per più democrazia è ambizioso:

In foto, a partire da sinistra verso destra
Lorenzo Spadacini (Capo Dipartimento Riforme Istituzionali), Lucia Fronza Crepaz (Più democrazia in Trentino), Stefano Longano (Consigliere personale del Ministro), Otto von Aufschnaiter (Iniziativa per più democrazia), Ministro Riccardo Fraccaro, Stephan Lausch e Maria Larcher Schwienbacher (Iniziativa per più democrazia), Daniela Filbier (Più democrazia in Trentino)

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lettera aperta al Ministro Fraccaro

Attuare le raccomandazioni della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa!

Per la prima volta in Italia, e probabilmente esempio unico al mondo, è stato istituito un Ministero che ha il compito di assicurare in ugual modo il buon funzionamento dei procedimenti parlamentari e quelli di partecipazione dei cittadini. Ed è la prima volta in Italia che un contratto di governo prevede una riforma degli istituti di democrazia diretta che mira ad un effettivo ampliamento e ad un considerevole miglioramento dei diritti di partecipazione diretta dei cittadini.
Questo ha generato ovviamente una forte aspettativa dalla quale è scaturita una lettera redatta in collaborazione tra Iniziativa per più democrazia e l'organizzazione sorella "Più democrazia in Trentino", rivolta all'inizio dell'anno a Riccardo Fraccaro, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e per la Democrazia Diretta. Nella lettera vengono espressi i concetti base per un buon funzionamento della partecipazione direttodemocratica e, in forma operativa, le misure atte a realizzare una buona prassi di partecipazione democratica. Questi i macro-capitoli evidenziati nella nostra lettera:

  1. raccolta delle firme e loro certificazione
  2. quorum di validità
  3. referendum (confermativi)
  4. presupposti procedurali e regolamenti

Come orientamento abbiamo fatto riferimento al Codice di Buona Condotta sui Referendum della Commissione di Venezia.
Qui la lettera inviata l'8 gennaio al Ministro Fraccaro.

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Now the citizens!!

La risposta ai problemi dell'Europa siamo noi cittadine e cittadini!

L'Unione Europea è una costruzione di organizzazione democratica alquanto strana. Essa ha un Parlamento che dovrebbe avere il potere legislativo ma non può emanare leggi ed è circondato da organismi che hanno maggiore influenza e maggior potere decisionale di esso stesso. Commissione europea, Consiglio dell'Unione europea, Consiglio europeo, Banca centrale europea, ECOFIN, ESM ed altri sono coinvolti nelle decisioni in modo non chiaro e assolutamente non trasparente. 

Le cose sono chiare: L'UE viene determinata da forze che non hanno proprio l'interesse di ricercare soluzioni che superino gli interessi nazionali. Solo la Commissione europea che si compone di rappresentanti dei partiti di maggioranza degli stati nazionali e solo questa può esercitare il potere legislativo, unendo così in sè il potere esecutivo con quello legislativo. Li stati nazionali che dovevano essere superati dalla Comunità Europea, la sfruttano per i loro interessi. E questi di regola non sono quelli dei loro cittadini ma i rispettivi interessi economici più forti.
Se ora con le elezioni siamo al punto di dover temere che le forze „nazionalpopuliste“ nell'UE potrebbero prendere in mano le redini,

in fondo al testo trovi i nomi dei candidati in Alto Adige che hanno firmato

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Il meglio arriva ancora

Con quello che abbiamo raggiunto, il meglio deve ancora arrivare!

Non è semplicemente fantastico?

25 anni fa, cittadini impegnati in varie organizzazioni di volontariato avevano maturato la convinzione che per svolgere in modo veramente ragionevole e produttivo il proprio compito mancava una condizione essenziale: semplicemente la possibilità di potersi rivolgere in modo diretto con le proprie proposte di risoluzione di problemi, e per evitarne di nuovi, ai primi interessati, i cittadini; di non essere pertanto dipendenti con queste proposte da una maggioranza governativa che quasi mai era aperta a argomentazioni ragionevoli. Affinché quanto avevano ritenuto essenziale diventasse realtà e affinché tutte le cittadine e tutti i cittadini potessero decidere su quanto deve valere nel proprio territorio e su quanto non deve succedere, si è quindi formata “l'Iniziativa per più democrazia“, e in e con essa per venticinque anni semplici cittadini hanno lavorato in modo convinto ed energico perché ciò diventasse realtà. Ecco il link alla presentazione di quello che hanno raggiunto.

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Ma siamo matti?!

 Vogliono derubarci di nuovo di una metà della democrazia diretta!


La nuova legge provinciale 22/2018 “Democrazia diretta, partecipazione e educazione politica” è un compromesso raggiunto con fatica a livello partitico e con quella parte della società civile che è interessata al rinnovo della democrazia. Questa legge è stata

  • chiesta per anni dalla società civile con una serie di iniziative di legge popolari e con un referendum;
  • elaborata in base a un processo di partecipazione che ha coinvolto moltissime organizzazioni e tanti cittadini interessati;
  • presentata in Consiglio provinciale con un'iniziativa popolare raccogliendo ben 12.000 firme;
  • varata nel luglio 2018 con una maggioranza di due terzi dei consiglieri presenti;
  • e infine a Roma è stata ritenuta conforme alla Costituzione.

Il capogruppo della SVP Gerhard Lanz dopo soli tre mesi dall'entrata in vigore ora la vorrebbero sostituire con un nuovo disegno di legge (12/2019), eliminando nientemeno che la metà della democrazia diretta - il referendum sulle leggi provinciali non votate con la maggioranza dei due terzi - nonché regole per la tutela delle minoranze linguistiche e sociali.

Referendum e Iniziativa - i due pilastri della democrazia diretta

Addirittura la metà della democrazia diretta? Sì, perché essa si compone dei due strumenti referendum e iniziativa. I&R si chiamano anche gli istituti di ricerca sulla democrazia diretta. La democrazia diretta con il referendum da ai cittadini il potere del controllo diretto sulla legislazione: realizza il principio per cui deve diventare legge solo ciò che è condiviso dalla maggioranza degli aventi diritto al voto. Con l'iniziativa invece i cittadini possono esercitare il potere di legiferare loro stessi: quando è necessario, la società non deve dover aspettare per anni che la rappresentanza politica si attivi per porre rimedi a problematiche incombenti. Freno e acceleratore in mano ai cittadini! “La cosa geniale del referendum e dell'iniziativa è dunque che essi costringono il governo e il parlamento a praticare una politica lungimirante e anticipatrice. Ogni legge deve essere elaborata in modo che resista ad eventuali votazioni referendarie davanti al popolo, altrimenti tutto il lavoro sarebbe valso a nulla. Anche le iniziative hanno carattere anticipatore. Se la classe politica non si cura abbastanza dei problemi e delle difficoltà della popolazione, allora incombe un'iniziativa - che spesso è formulata in modo assai più radicale che una legge corrispondente.“ (Urs Leuthard, caporedattore del telegiornale della televisione svizzera: A wie abstimmen, Das zentrale Element der direkten Demokratie, in Demokratie von A-Z https://ursleuthard.ch).

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la nuova legge sulla democrazia diretta è in vigore

Con questa settimana in Alto Adige inizia una nuova era politica

Fino ad ora qui da noi, in barba alla democrazia ma non diversamente da moltissimi paesi che si chiamano democrazie, si è governato sul popolo. D'ora in poi invece si dovrà governare con il popolo, come è giusto che sia in una vera democrazia. Da questa settimana infatti è in vigore la nuova legge sulla democrazia diretta!

Con il referendum (confermativo) per la prima volta previsto, gli aventi diritto al voto possono controllare in modo diretto l'attività legislativa del Consiglio provinciale. Ciò significa soprattutto che la rappresentanza politica fin d'ora dovrà essere consapevole del fatto che una legge da essa varata potrà essere sottoposta al referendum prima che questa entri in vigore. E con il voto referendario i cittadini potranno introdurre su loro iniziativa una nuova legge, come potranno modificare o abrogare una legge esistente.

Determinante a tal fine sono le nuove regole che ora si presentano praticabili. Ciò prima non valeva con il quorum del 40%. Questo è ora abbassato al 25%. Il numero delle firme richieste per attivare un referendum invece è rimasto invariato, secondo la versione originale del disegno di legge però avrebbe dovuto essere abbassato sensibilmente da 13.000 a 8.000. Questa soglia anche se non è insormontabile, sicuramente è troppo alta soprattutto per tematiche nuove. Almeno si è provveduto a estendere il periodo di raccolta firme a sei mesi.

In allegato
Breve descrizione degli strumenti di democrazia diretta ora a disposizione e delle regole di procedimento.

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I nostri comunicati
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