COMPROMESSO A RISCHIO - quinto comunicato
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- Ultima modifica: Lunedì, 13 Maggio 2019 09:26
- Pubblicato: Martedì, 23 Gennaio 2018 12:07
SULLA TRATTAZIONE DEL NUOVO DISEGNO DI LEGGE SULLA DEMOCRAZIA DIRETTA
Il gruppo consiliare della SVP vorrebbe nuovamente cancellare dal disegno di legge sulla democrazia diretta
il referendum amministrativo su delibere della Giunta provinciale.

La SVP così non man-terrebbe la promessa che i cittadini in futuro devono poter decidere, come nel caso dell'aeroporto di Bolzano, sui grandi progetti. Questi vengono decisi dalla Giunta.
Se la Giunta provinciale è convinta della bontà delle proprie decisioni e che la maggioranza dei cittadini le condividono, allora essa non teme la possibilità di poter utilizzare lo strumento referendario anche rispetto ad atti amministrativi. In questo caso tale strumento infatti verrebbe impegnato solo rare volte e solo su questioni che hanno un forte impatto sul nostro futuro.
Le esperienze che si fanno altrove con lo strumento del referendum amministrativo mostrano tra l'altro che una sua buona praticabilità conduce a una prassi molto più parsimoniosa nell'utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche e a un'amministrazione più efficiente.
Lo spauracchio del blocco dell'attività amministrativa della Giunta attraverso il referendum amministrativo è una dichiarazione di bancarotta totale della politica dei governanti: questi timori sarebbero solo giustificati se si parte dal presupposto che la maggioranza delle decisioni della Giunta spingano i cittadini a mettere in atto contro di esse questo strumento. Questo significherebbe che il lavoro del governo è valutato pessimo.
Con questo pretesto si discredita dunque uno strumento che obbligherebbe i governanti a legittimarsi davanti ai cittadini non solo attraverso le elezioni, ma a rendere ragione di ogni loro atto davanti ai cittadini con il quale determinano la loro vita.



Nel 2013 il gruppo consiliare della SVP non ha avuto difficoltà a presentare tutte le buone ragioni a favore di un quorum zero per promuovere il proprio disegno di legge varato in Consiglio con i soli suoi voti. Affinché non lo dovesse temere aveva però previsto il numero assolutamente assurdo di 25.000 firme da raccogliere.
Ancora una volta si mette in dubbio la soglia di 8.000 firme, fissata nel disegno di legge sulla democrazia diretta in modo del tutto motivato, per acquisire il diritto di portare una questione al voto popolare. Effettivamente non esiste una giustificazione ragionevole per un altro numero di firme come soglia. Non per nulla nel processo partecipativo che ha portato alla stesura del disegno di legge essa è stata accettata in modo generalmente condiviso.
Con l'inizio del nuovo anno in Consiglio provinciale avrà finalmente inizio la trattazione dei disegni di legge sulla partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni politiche. In quanto due di essi sono stati presentati con iniziativa popolare, ovvero su volontà popolare espressa con le firme raccolte nell'estate scorsa, è certo che la nuova legge sarà varata entro l'estate prossima.


