27.000 firme piuttosto che 38.000?

I diritti referendari per questo non diventano più praticabili sulla base del disegno di legge del gruppo consigliare della SVP in materia di partecipazione.

Iniziativa per più Democrazia non è assolutamente sorpresa della notizia che il vertice dell'SVP abbia deciso l'abbassamento del limite del numero delle firme da raccogliere da 38.000 a 27.000. Al contrario: È avvenuto proprio quello di cui l'Iniziativa era fin dall'inizio convinta. La soglia del numero delle firme è stata prima strategicamente fissata ad un livello assurdo (38.000), da poter dimostrare poi al momento giusto la propria disponibilità al compromesso.

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Non facciamoci intrappolare da una legge truffa!

Questa mattina si sono ritrovati in occasione della prima sessione di giugno del Consiglio provinciale davanti al Palazzo del Consiglio attivisti dell'Iniziativa per più democrazia e rappresentanti delle organizzazioni sostenitrici per protestare contro il modo di procedere e il comportamento del gruppo consiliare della SVP riguardo alla riforma della legge sulla democrazia diretta.
 
La protesta si rivolge contro il gruppo consiliare SVP il quale non prosegue la trattazione di quanto è rimasto dopo che esso ha fatto piazza pulita, cioè del proprio disegno di legge, e impedisce in questo modo che si arrivi finalmente al referendum contro questa legge.

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Referendum consultivo prima della decisione del Consiglio provinciale sul nuovo ordinamento della democrazia diretta!

Il Consiglio provinciale voglia deliberare l’indizione di un referendum consultivo sui disegni di legge riguardanti la democrazia diretta

Oggi è stata consegnata ai Consiglieri provinciali una lettera aperta dei promotori e delle organizzazioni sostenitrici dell'iniziativa popolare per la democrazia diretta. In essa si invita il Consiglio a rendere possibile e deliberare lo svolgimento di un referendum consultivo sui disegni di legge in questa materia che stanno per essere trattati dall'aula. Un tale referendum si può svolgere sulla base della vigente legge prov. n. 11/2005, e la sua effettuazione può essere deliberata dal Consiglio prima di approvare definitivamente una legge.

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Due referendum per ridurre degli stipendi dei consiglieri provinciali e regionali

Firma ora nel tuo comune per due referendum riguardo la riduzione degli stipendi dei consiglieri provinciali e regionali

Se in Alto Adige e nel Trentino entro il 2 giugno saranno raccolte almeno 15.000 firme autenticate(si può firmare in tutti i municipi e sporadicamente anche su bancarelle), tutti gli aventi diritto al voto in Regione Trentino Alto Adige, in una domenica di marzo o aprile 2013, potranno votare se vorranno una totale riforma degli stipendi dei
consiglieri e se dovrà essere abolita la diaria.

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Quorum zero

 

La TUA FIRMA per chiedere:

 

 

 

Quorum zero in tutti i referendum - così chi vota decide
Revoca degli eletti - come in California, Svizzera, Venezuela, Bolivia.

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SVP stronca la trattazione del disegno di legge d’iniziativa popolare sulla democrazia diretta.

Il potere dev’essere controllato. All’impotenza di cittadini e cittadine si deve finalmente rispondere con concrete possibilità di agire.

E invece si crea ulteriore frustrazione!

Venerdì scorso nella Ia commissione legislativa i rappresentanti della SVP - Noggler, Schuler, Pichler Rolle, Stirner e Munter – sono riusciti a impedire la trattazione del disegno di legge d’iniziativa popolare sulla democrazia diretta, che comunque sarà trattato in aula. Il gruppo consiliare della SVP non ha avuto il minimo rispetto per una proposta organica sulla democrazia diretta condivisa da un’ampia parte della popolazione – probabilmente dalla maggioranza – e che i rappresentanti dell’opposizione (Ulli Mair, Seppi e Urzì) in commissione volevano trattare.

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Campagna nazionale per la democrazia diretta

valuta gli elementi più importanti del disegno di legge della SVP sulla partecipazione dei cittadini

In imminenza del dibattito al Consiglio provinciale sul futuro regolamento della democrazia diretta a livello provinciale l'Iniziativa per più democrazia richiama l'attenzione sulle gravi carenze contenute nella proposta, che la SVP cerca di imporre alla popolazione. A questo scopo ha fatto ricorso alle voci più autorevoli in materia di democrazia diretta a livello europeo, cioè il rinomato istituto di ricerca IRI-Europe a Marburgo (Initiative and Referendum Institute Europe). Il Prof. Andreas Gross e il direttore dell'IRI Bruno Kaufmann nel loro esame sezionano articolo per articolo la proposta SVP riconoscendole qualche progresso rispetto la normativa presente, soprattutto l'azzeramento del quorum di partecipazione. "Questi miglioramenti", commentano gli autori, "verranno però pagati caro dai cittadini, perché sono controbilanciati da una serie di restrizioni eccessive che scoraggeranno tantissimi cittadini dal formulare le proprie istanze per sottoporle al Consiglio e a tutti i concittadini. Regole talmente restrittive penalizzano tutta la democrazia diretta e con questo anche la democrazia in se."

La carenza più grave sarebbe costituita dalla rinuncia della SVP all'introduzione dei due strumenti più importanti della partecipazione diretta, cioè del referendum confermativo e dell'iniziativa popolare con immediato diritto alla votazione referendaria.

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Le forme della democrazia hanno importanti ricadute sull'economia

Un esempio calzante con gli avvenimenti di questi mesi

tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Debito_pubblico
su indicazione di Leonello Zaquini

Negli anni novanta il debito pubblico svizzero ha ricominciato a salire. Nel 1990 rappresentava il 29,9% del PIL, nel 2000 il 49,9% e nel 2004 il 53%. In termini assoluti, nel 2004 il debito pubblico svizzero (suddiviso fra Confederazione, Cantoni e Comuni) era pari a 239 miliardi di franchi svizzeri (159 miliardi di euro), di cui 130 imputabili alla Confederazione. Il "servizio del debito" costava annualmente alle casse pubbliche elvetiche 7 miliardi di franchi (4,6 miliardi di Euro). Tra i fattori che hanno portato all'aumento del debito pubblico elvetico, il Dipartimento federale delle finanze (DFF) cita i deficit dei conti finanziari (durante la lunga crisi degli anni novanta), ma anche il risanamento (con la trasformazione in aziende pubbliche) de La Posta Svizzera (conclusosi il 1º gennaio del 1998) e delle Ferrovie Federali Svizzere (ultimato il 1º gennaio del 1999), nonché il necessario risanamento delle casse pensioni dei dipendenti di FFS, Posta e Confederazione.[15]

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I nostri comunicati
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