Il referendum: diritto di veto del popolo
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Perché il diritto al referendum vero, quello confermativo?
Nei giorni dopo il varo della nuova legge sulla democrazia diretta e la partecipazione dei cittadini, in alcuni mezzi di informazione si è fatta la voce grossa sul regolamento previsto nella legge per il referendum nella sua forma vera, conosciuto come confermativo, e contro lo stesso strumento.
Indipendentemente che lo si voglia accettare o meno, il referendum previsto proprio in questa forma è uno dei pilastri portanti della democrazia diretta: il diritto di controllo accanto al diritto d'iniziativa, il freno e l'acceleratore che spettano a noi cittadini in una democrazia integrale, per non cedere con il voto la nostra competenza e la nostra responsabilità e invece condividerle con i rappresentanti eletti.
Il referendum vero va distinto da quello che di regola conosciamo in Italia, quello abrogativo che funziona come in questo esempio: tre anni dopo l'entrata in vigore della nuova legge elettorale e dopo che si è già votato secondo le sue regole, essa può essere abrogata (questa l'esperienza fatta!). Il referendum vero e proprio è il diritto di verificare con una votazione prima che entri in vigore se una decisione presa dalla rappresentanza politica viene condivisa a maggioranza dai cittadini o se viene respinta, cioè prima che essa crei una nuova realtà non voluta e si producano anche dei danni.