27.000 firme piuttosto che 38.000?
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I diritti referendari per questo non diventano più praticabili sulla base del disegno di legge del gruppo consigliare della SVP in materia di partecipazione.
Iniziativa per più Democrazia non è assolutamente sorpresa della notizia che il vertice dell'SVP abbia deciso l'abbassamento del limite del numero delle firme da raccogliere da 38.000 a 27.000. Al contrario: È avvenuto proprio quello di cui l'Iniziativa era fin dall'inizio convinta. La soglia del numero delle firme è stata prima strategicamente fissata ad un livello assurdo (38.000), da poter dimostrare poi al momento giusto la propria disponibilità al compromesso.
Questa mattina si sono ritrovati in occasione della prima sessione di giugno del Consiglio provinciale davanti al Palazzo del Consiglio attivisti dell'Iniziativa per più democrazia e rappresentanti delle organizzazioni sostenitrici per protestare contro il modo di procedere e il comportamento del gruppo consiliare della SVP riguardo alla riforma della legge sulla democrazia diretta.
cittadine si deve finalmente rispondere con concrete possibilità di agire.

In imminenza del dibattito al Consiglio provinciale sul futuro regolamento della democrazia diretta a livello provinciale l'Iniziativa per più democrazia richiama l'attenzione sulle gravi carenze contenute nella proposta, che la SVP cerca di imporre alla popolazione. A questo scopo ha fatto ricorso alle voci più autorevoli in materia di democrazia diretta a livello europeo, cioè il rinomato istituto di ricerca IRI-Europe a Marburgo (Initiative and Referendum Institute Europe). Il Prof. Andreas Gross e il direttore dell'IRI Bruno Kaufmann nel loro esame sezionano articolo per articolo la proposta SVP riconoscendole qualche progresso rispetto la normativa presente, soprattutto l'azzeramento del quorum di partecipazione. "Questi miglioramenti", commentano gli autori, "verranno però pagati caro dai cittadini, perché sono controbilanciati da una serie di restrizioni eccessive che scoraggeranno tantissimi cittadini dal formulare le proprie istanze per sottoporle al Consiglio e a tutti i concittadini. Regole talmente restrittive penalizzano tutta la democrazia diretta e con questo anche la democrazia in se."
purtroppo il tutto si è limitato alla lettura di una parte della relazione accompagnatoria da parte del primo promotore Stephan Lausch. Visto che l’avvio della trattazione congiunta con il disegno di legge della SVP così come è stata decisa non è stato possibile in quanto si aspetta ancora il parere del Consiglio dei Comuni, la prosecuzione della trattazione è stata rinviata al 25 novembre. Nel frattempo auguriamo alla Commissione un viaggio di studio in Svizzera delucidante per quanto riguarda i requisiti necessari per un buon funzionamento della democrazia diretta.
